Hanno passato la notte sul tetto della struttura dell’Ipab Monsignor Ventimiglia di piazza Bovio, a Catania, i sei lavoratori che protestano contro una decisione del commissario dell’ente Santo Primavera. Nominato dall’assessora regionale alla Famiglia, Mariella Ippolito lo scorso 21 maggio, alla fine di giugno Primavera ha predisposto un avviso di procedura di mobilità. Stando a quanto sostengono i lavoratori in protesta, «questo avviso non è stato nemmeno pubblicato in Gazzetta ufficiale». Dichiarazione subito smentita, però, dallo stesso Primavera: «Tale procedura prevede obbligatoriamente la pubblicità che è stata assicurata per 30 giorni consecutivi sul sito istituzionale e sul l’albo pretorio della Gazzetta amministrativa (come da allegato inviato a MeridioNews).
Quattro donne e due uomini dai 36 ai 60 anni intenzionati a rimanere sul tetto dell’istituto pubblico di assistenza e beneficenza di piazza Bovio «finché – dice Vito Vercoco a MeridioNews – non ci pagheranno gli stipendi arretrati da due mesi che non abbiamo ancora ricevuto e finché non ci assicureranno che continueremo a lavorare, anche se dicono che non abbiamo più alcun diritto a rimanere». I sei lavoratori in questione, in realtà, non sono stati mai dipendenti dell’ente, bensì dell’agenzia interinale Alma. Per un periodo compreso tra i sette e i cinque anni hanno prestato il loro servizio all’Ipab catanese. Adesso, il loro contratto è scaduto.
«Noi ad agosto abbiamo presentato un esposto alla procura evidenziando – spiega il lavoratore – anche delle anomalie nella procedura aperta del bando per cui sono pervenute solo sei richieste, corrispondenti alle figure ricercate che fino a quel momento erano state coperte da noi». Si tratta di operatori socio-assistenziali (Osa), infermieri, amministrativi e aiuto cuoca.
«Sono io – ribatte Santo Primavera – che già alcune settimane fa ho presentato un esposto per diffamazione e calunnia. Dovendo assicurare i servizi ho agito nell’unico modo possibile e consentito dalla legge che obbliga all’interpello di personale in mobilità per dipendenti di altri enti e per le qualifiche e le categorie previste dalla pianta organica del Ventimiglia. Le affermazioni sono così palesemente infondate – aggiunge il commissario – da far sospettare che siano finalizzate a condizionare la chiusura del procedimento sul quale rivendico l’assoluta correttezza in termini procedimentali e di risparmio per l’ente. Per tali motivi, a tutela della correttezza dell’azione amministrativa e ribadendo che non ci siamo lasciati condizionare da questa atmosfera creata ad arte, l’avvocato da me nominato ha già esperito le azioni anche penali nell’interesse della mia funzione e dell’ente che rappresento».
La questione, dunque, pare destinata a spostarsi presto davanti agli organi competenti. «Le illazioni – dichiara Primavera – servono magari per fare passare inosservate le violazioni di legge commesse nell’affidare la somministrazione di lavoro a una agenzia di lavoro interinale dal 2014 al 2017, le cui procedure sia di affidamento che di reclutamento del personale, nonché di pagamenti stipendiali, sono assai discutibili. Capisco che la mia gestione sta facendo saltare andazzi di mala gestione consolidati nel passato su più fronti nell’ente. L’ente non ha rapporto con i lavoratori interinali che proprio per il regime giuridico dipendono dall’agenzia Alma. In passato – conclude – si è scambiato l’Ipab per un ufficio di collocamento».
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