Ha patteggiato una pena a due anni di reclusione (con la sospensione condizionale) per omicidio stradale la guardia giurata 54enne di Caltagirone Gaetano Mantello. È questo l’esito dell’udienza preliminare, che si è tenuta ieri al tribunale di Catania davanti alla giudice Marina Rizza, sul procedimento per la morte di Claudia Russo. La 14enne deceduta, dopo cinque giorni di ricovero in ospedale, dopo essere stata investita dal metronotte alla guida dell’auto di servizio la sera del 17 novembre del 2020 mentre stava attraversando viale Bolano, la Circonvallazione di Catania, all’altezza dell’incrocio con via Filippo Eredia. Nell’impatto era rimasta gravemente ferita un’amica coetanea che era insieme alla vittima.
La sentenza ha disposto per Mantello anche la pena accessoria della sospensione della patente di guida per 18 mesi. Il sostituto procuratore Anna Trinchillo nella richiesta di rinvio a giudizio aveva contestato al 54enne di avere percorso la circonvallazione a una «velocità non adeguata» e di avere «omesso di dare la precedenza ai due pedoni che si accingevano ad attraversare il viale». Stando a quanto ricostruito, l’incidente sarebbe avvenuto intorno alle 20.50 quando la guardia giurata, che procedeva in direzione est-ovest sulla corsia di sinistra, alla guida di una Ford Fiesta di proprietà dell’agenzia di vigilanza privata per la quale lavorava, ha investito in pieno le due adolescenti. Dalla violenza dell’impatto, la polizia municipale già durante i rilievi effettuati sul posto aveva dedotto che il mezzo stesse procedendo a una «velocità particolarmente smoderata», come gli stessi vigili urbani avevano scritto nel rapporto. Secondo quanto emerso dalla ricostruzione della dinamica dell’incidente, le due ragazzine sarebbero state caricate sul cofano sfondando il parabrezza della macchina e poi sbalzate a diversi metri di distanza sull’asfalto.
Sin da subito, le condizioni di Claudia erano apparse disperate: la 14enne era stata trasportata già in coma a bordo dell’ambulanza all’ospedale Cannizzaro e poi trasferita nel reparto di Rianimazione del San Marco dove, però, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, è morta il 22 novembre del 2020 per i gravi politraumi riportati. Salva l’amica che era insieme a lei che però ha riportato lesioni pesanti, tra cui svariate fratture, per una prognosi di più di quaranta giorni. La pm Anna Trinchillo aveva subito aperto un procedimento penale iscrivendo nel registro degli indagati il metronotte per cui, alla chiusura delle indagini preliminari, è stato chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale con l’aggravante di avere causato anche lesioni personali stradali gravi a un’altra persona.
Il sostituto procuratore gli ha imputato di avere percorso la circonvallazione a una «velocità non adeguata» e di aver «omesso di dare la precedenza ai due pedoni che si accingevano ad attraversare il viale». E a nulla rileva il fatto, come ha più volte chiarito anche la corte di Cassazione, che le due ragazzine stessero attraversando al di fuori delle strisce pedonali: le più vicine, peraltro, si trovavano a circa 60 metri.
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