Interdittiva antimafia per il Psv Lineri Misterbianco I soldi del clan dei Placenti investiti nella squadra

Il prefetto di Catania Claudio Sammartino ha adottato, ai sensi degli articoli 84 e 91 del Codice delle leggi antimafia, un’interdizione antimafia nei confronti dell’Associazione sportiva dilettantistica Città di Misterbianco. Ne dà notizia un comunicato stampa di palazzo Minoriti. Il sodalizio gestisce la squadra di calcio Psv Lineri Misterbianco, giunta quest’anno 13esima nel girone C del campionato regionale di Promozione.

Si tratta di uno degli effetti dell’operazione Revolution bet della procura di Catania concentratasi sulle infiltrazioni della criminalità organizzata radicata a Misterbianco nel mondo delle scommesse e dei giochi online. La squadra era già stata sequestrata e posta sotto amministrazione giudiziaria lo scorso febbraio. Per il prefetto hanno avuto un peso decisivo gli elementi emersi nell’ambito dell’inchiesta costata l’arresto a 21 persone fra cui l’ex vicesindaco di Misterbianco, Carmelo Santapaola, e i suoi cugini ritenuti referenti della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, Giuseppe, Vincenzo e Carmelo Placenti

Come spiega la nota, l’inchiesta ha mostrato come il denaro ricavato dalla mafia con il business delle scommesse veniva reimpiegato dal santapaoliano Carmelo Placenti nella gestione del Psv Lineri Misterbianco. C’era proprio quest’ultimo al municipio di Misterbianco quando la squadra, tre mesi prima del blitz antimafia, veniva presentata alla cittadinanza assieme agli assessori della giunta del sindaco Nino Di Guardo. La prefettura parla di «investimenti non irrisori anche al fine di acquisire, da parte del predetto sodalizio criminale, riconoscimenti di forza e consenso sociale nell’ambito della comunità di appartenenza».

I componenti del clan Placenti, aggiunge la nota, nel settore delle puntate illecite «venivano considerati un punto di riferimento anche da parte di altre realtà criminali, come dimostrato dai contatti intrattenuti con esponenti della Sacra Corona Unita nonché con elementi di spicco, riconducibili a Cosa Nostra palermitana, vicini al noto latitante Matteo Messina Denaro».

Francesco Vasta

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