Iniziano gli incendi, Sicilia ancora senza canadair «Spesso dolosi per pressare Regione su forestali»

Quest’anno la stagione calda ha anticipato il calendario di qualche mese, a giudicare dal divampare dei primi roghi che sembrano preannunciare una nuova estate di incendi boschivi in Sicilia. Facendo un bilancio delle stime seguite agli ultimi interventi di forestali e vigili del Fuoco, nelle sole prime tre settimane di aprile sono già andati in fumo circa 46 ettari di territorio tra il Siracusano e il Messinese. Un danno ingente che si verifica a pochi giorni di distanza dalla notizia dei provvedimenti – accompagnati dalle polemiche innescate dalle uscite televisive del governatore Rosario Crocetta – con cui la Regione ha escluso dalle liste dei forestali 66 addetti e vietato l’immissione al lavoro di 233 stagionali. Tutti operai pregiudicati per associazione mafiosa e altri gravi reati. «Con questi incendi spesso si intende far pressione sulla Regione in vista dell’avvio del prossimo servizio antincendio forestale – sostiene Fabio Morreale dell’associazione ambientalista Natura Sicula -. Solo che quest’anno hanno cominciato molto presto».

Ad appena 24 ore da un rogo doloso che ha bruciato tre ettari nel parco dei Nebrodi, e per il quale i carabinieri di Patti hanno fermato in loco due allevatori, altri due gravi incendi sono scoppiati lunedì scorso nel territorio di Noto, rispettivamente in contrada Ciurca e lungo la valle del Durbo. In prossimità della suggestiva cava del Carosello e dell’area archeologica di Netum. Il risultato è di quasi 37 ettari di vegetazione netina andata distrutta. «L’incendio di contrada Ciurca è partito da terreni privati, e la responsabilità potrebbe essere della mancata pulizia dei fondi dalle sterpaglie, mentre l’incendio di località Durbo, tutto interno alle aree demaniali, è di sicura origine dolosa», dichiara a MeridioNews Francesco Campisi, commissario del corpo Forestale di Siracusa.

Per domare le fiamme dei boschi netini è stato necessario l’intervento di tre canadair e poco meno di nove ore di operazioni. Il primo allarme era stato lanciato intorno alle 7.30, ma per l’arrivo degli aerei antincendio si è dovuto attendere la tarda mattinata. Colpa delle procedure farraginose, ma non solo. «L’iter non è semplice e in periodo di spending review stiamo molto attenti a verificare la necessità di un intervento aereo per evitare sprechi – sottoIinea Corrado Ciranna, segretario del comando dei vigili del fuoco di Siracusa –. Ma il problema fondamentale è il tempo che occorre attendere affinché i canadair arrivino da Roma o da Bari». La Regione infatti ne rimane sprovvista, mentre il servizio antincendio forestale non partirà prima del 15 giugno.

Sul fronte della prevenzione, infine, si registrano i ritardi cronici dei Comuni, obbligati dalla legge a redigere annualmente un catasto delle aree interessate da incendi. «Le mappe catastali permettono di vincolare le aree incendiate per quindici anni, in modo da evitare speculazioni – spiega Morreale –. Ma i comuni restano inadempienti, e da anni chiediamo loro di provvedere, altrimenti – conclude – non c’è vincolo ambientale che si possa mantenere». 

Gianmarco Catalano

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