Il mare c’è, le navi anche, le aziende che ci lavorano idem (Fincantieri) così come i luoghi adatti (i Cantieri Navali). A Palermo però manca un percorso di studi per chi voglia intraprendere le professioni legate al settore. Da questa osservazione è partita giorno 29 ottobre la raccolta firme portata avanti dalla campagna #sirestiarrinesci, per attivare anche nel capoluogo siciliano il corso di laurea in Ingegneria Navale. Al Viale delle Scienze in pochi giorni gli studenti e le studentesse che si sono fatti promotori di questa battaglia hanno raccolto già oltre mille firme.
«Siamo rimasti stupiti anche noi da tutto questo interesse, vuol dire che abbiamo colto nel segno – afferma la studentessa di Lettere Tiziana Albanese – Tra l’altro ad esempio fino all’anno scorso non esisteva ad esempio il corso di laurea in Ingegneria Biomedica, che adesso c’è, quindi gli studenti si rendono conto che l’offerta formativa è limitata. Non sto dicendo che non è buona, ma certamente alcuni corsi di laurea qui mancano, penso ad esempio a Sociologia. Chi vuole specializzarsi dunque o deve scegliere un altro corso di laurea, che significherebbe autolimitarsi, o andare fuori. Noi non ci stiamo». Gli studenti hanno avviato, insieme alla petizione, anche i primi contatti col rettorato e col dipartimento di Ingegneria «perché l‘apertura di un corso di laurea aprirebbe a nuove assunzioni e apertura di bandi ad hoc, alla ricerca di professori specializzati».
Una battaglia, dunque, che nasce da un’esigenza. Considerando che negli scorsi anni è stato lo stesso ateneo a promuovere, presso Fincantieri, tirocini curricurali e modalità di apprendimento basate su training on the job per gli studenti di Ingegneria Meccanica. La prospettiva disegnata dagli studenti, insomma, si muoverebbe in quello che è un percorso già tracciato. Dall’ateneo palermitano filtra che la richiesta degli studenti è stata già inoltrata al Dipartimento di Ingegneria, affinché faccia la valutazione per i prossimi anni accademici. Lìiter insomma è stato avviato: l’esito resta incerto (e i tempi per l’attivazione di un corso di laurea non sono certo brevi) ma è comunque un primo passo.
«Abbiamo portato la campagna #sirestiarrinesci dentro l’università – spiega Tiziana – e abbiamo cercato di capire quale contributo, da studenti, potevamo portare. Dopo la sensibilizzazione abbiamo scelto di partire da questa proposta. Il corso di laurea in ingegneria navale si sposa perfettamente coi Cantieri Navali del porto di Palermo, perché qui si ha la manutenzione delle grandi imbarcazioni e poi la demolizione delle stesse. La figura professionale dell’ingegnere quindi è centrale, e più in generale lo è in città costiere come la nostra, dove c’è un porto molto grande. Eppure da noi un corso di laurea del genere non esiste, cosa che invece avviene in città come Napoli, Genova e Trieste. Con la giustificazione che lì ci sono porti molto grandi. Ma anche quello di Palermo lo è, e in più noi abbiamo qui anche Fincantieri».
La domanda dunque sorge spontanea, per citare il conduttore Rai Antonio Lubrano: come mai, essendoci una perfetta ricaduta sul territorio, manca un adeguato percorso di studi? «È proprio da questa domanda che siamo partiti – continua Tiziana – Inoltre se corsi di laurea del genere esistono soltanto fuori, per chi intende specializzarsi l’unica prospettiva è il trasferimento. E se si studia fuori per la triennale e la specialistica è molto difficile pensare che queste persone torneranno, essendo quelle università in contatto con i cantieri navali del luogo e utilizzando spesso la loro competenza per avviarli al lavoro in quei territori».
La mobilitazione degli studenti piace anche ai sindacati, che promettono nei prossimi giorni di stare a loro fianco in questa rivendicazione. «Ci sono già altre università che hanno questi corsi di laurea, quindi non possiamo che essere d’accordo – afferma Francesco Foti, segretario provinciale Fiom Cgil – Una prospettiva del genere è plausibile perché la situazione lavorativa sta migliorando molto. Proprio in questi ultimi mesi Fincantieri a Palermo ha assunto ingegneri e tecnici. Detto ciò, la nostra prospettiva futura è che si cominci a ricostruire le navi e di conseguenza queste professionalità saranno ancora più necessarie».
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