Infortuni sul lavoro, la lunga scia di sangue Fillea Cgil: «Edile morto lavorava in nero»

Negli archivi di Edilcassa e in quelli della cassa edile Pietro Lucido non risultava. «Abbiamo fatto una ricerca – dice il segretario provinciale della Fillea-Cgil di Palermo, Francesco Piastra -, significa che non è stato dichiarato ai fini previdenziali e contrattuali». L’ennesimo incidente sul lavoro a Palermo riporta alla ribalta il tema della sicurezza e del lavoro nero. L’operaio di 43 anni, morto stamani schiacciato dal mezzo meccanico che stava manovrando in via Benedetto Croce, dove insieme ad altri due colleghi effettuava dei lavori di manutenzione in un immobile, era in realtà «un forestale e in edilizia faceva solo lavori saltuari» denuncia ancora Piastra.

La Polizia adesso sta cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e verificare eventuali responsabilità. Secondo le prime informazioni, il mezzo si sarebbe piegato su un fianco, intrappolando il 43enne. Per estrarlo dal mezzo è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco e i tentativi dei sanitari del 118 di rianimarlo sono stati vani.

Quella del 43enne è solo l’ultima morte bianca in ordine di tempo. A Grisì, frazione di Monreale, un’altra vittima: Questa volta un bracciante agricolo di 49 anni, Marco Di Piazza, dipendente di un’azienda che produce olio d’oliva e vini. Ieri si trovava alla guida di un carrello elevatore con cui stava spostando una balla di fieno. Il mezzo si è capovolto e il 49enne è stato trasportato in ospedale, dove è morto dopo un delicato intervento chirurgico. Sull’episodio indagano i carabinieri.

Ma dopo l’ennesima vittima in un cantiere insorgono i sindacati. «Chiediamo il potenziamento dell’attività ispettiva nei cantieri – dice ancora Piastra – e vigilanza nell’applicazione della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Non si può morire così». Lucido era uno tanti invisibili, «l’ennesima morte bianca, che avviene in una città dove una buona fetta di operai del comparto edile, lavora in nero, senza tutele e senza diritti». Perché, spiega ancora il leader della Fillea-Cgil di Palermo, «il datore di lavoro ha l’obbligo di presentare la dichiarazione di inizio attività agli organismi competenti quando si instaura un rapporto di lavoro».

«Siamo stanchi di assistere a questi gravi episodi ribadendo sempre le stesse cose da anni – dicono Daniela De Luca, segretario Cisl Palermo Trapani, e Antonino Cirivello, segretario Filca Cisl Palermo Trapani -. A Palermo ci sono meno di dieci ispettori del lavoro che operano con risorse materiali ed economiche irrisorie, se non si interviene su questo, non si potrà mai parlare di sicurezza sul lavoro». Alla prefettura è stato attivato anche un tavolo di confronto, ma l’appello dei sindacati a un potenziamento degli organi ispettivi e preventivi «resta sempre inascoltato». L’ennesimo incidente, per De Luca e Cirivello, ripropone «l’esigenza di creare sistemi di prevenzione e di sicurezza sul lavoro per escludere fatalità e distrazioni. Non c’è più tempo da perdere, oltre al tavolo in Prefettura, ci attendiamo provvedimenti concreti e diretti».

Alla famiglia dell’operaio morto arriva anche il cordoglio del sindaco, Leoluca Orlando. «La recrudescenza del fenomeno degli incidenti mortali sul territorio impone che la centralità del tema della sicurezza sul lavoro abbia una rinnovata e crescente attenzione, da parte di tutti i soggetti preposti alla prevenzione degli incidenti sui posti di lavoro». Gli fa eco il segretario della Feneal Uil, Angelo Gallo:«Monitoraggio e verifiche sui posti di lavoro partano subito. Ancora oggi, nonostante la continua pressione di questo sindacato, mancano 300 ispettori e soprattutto verifiche nei cantieri. Servono maggiore attenzione e controlli frequenti».

Rossana Lo Castro

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