Alle 19 e 30 di oggi i volontari di Emmaus, che tra le altre cose gestiscono un mercatino solidale dell’usato alla Fiera del Mediterraneo, e gli attivisti di Palermo senza frontiere saranno a piazza Mondello per un sit-in a sostegno di coloro che definiscono i nuovi desaparecidos. L’intento è quello di testimoniare «solidarietà alle organizzazioni non governative che salvano vite umane in mare – come si legge nell’appello di lancio della manifestazione – oggi bersaglio di una campagna strumentale per sbarazzarsi di chi ancora conserva una residua umanità in Europa e togliere di mezzo scomodi testimoni delle operazioni militari neocoloniali nel Mediterraneo».
Una questione che interessa il capoluogo siciliano che negli ultimi anni è stato teatro di numerosi sbarchi di migranti. Con le navi delle ong che fino a questo momento hanno sempre avuto libero accesso al porto palermitano. Con la nuova linea politica, decisa dal governo Gentiloni e in special modo dal ministro dell’Interno Marco Minniti, la capitale dell’accoglienza – come ama definire la città il sindaco Orlando – potrebbe più non essere tale. E non certo per scelta propria. «La nave di soccorso Juventa – ricordano gli attivisti del Forum antirazzista – è stata fermata, perquisita e sequestrata in base ad un’indagine contro ignoti che le impedisce di fatto di riprendere le operazioni di ricerca e soccorso. Questo fermo non è altro che l’ennesimo attacco contro le ong, criminalizzate perché non intendono piegarsi ai ricatti del nostro governo, che ha imposto alle organizzazioni non governative di firmare un codice di condotta in tredici punti che dovrebbe regolamentare il soccorso dei migranti nelle acque internazionali a nord della Libia».
Per gli antirazzisti palermitani «davanti a questo profondo deterioramento, all’imbarbarimento delle istituzioni, a codici di condotta che dietro pretesti infondati rivelano il loro intento stragista, le associazioni antirazziste e la società civile non possono rimanere in silenzio. È in atto un vero e proprio genocidio, compiuto ai danni di migliaia di donne e uomini, non perché stranieri, ma perché poveri e in fuga. È tempo di aprire gli occhi e assumersi le responsabilità etiche e politiche dei nostri tempi». In un lungo articolo pubblicato da Fulvio Vassallo, docente di Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero dell’Università di Palermo e componente dell’Adif (Associazione diritti e frontiere), «il Codice di Condotta Minniti potrebbe costituire il colpo definitivo all’autonomia della Guardia costiera nel coordinamento delle attività di ricerca e soccorso, per la presenza di militari armati che si vorrebbe imporre a bordo delle navi umanitarie». L’esperto ricorda inoltre come quest’anno il numero delle vittime quest’anno nel Mar Mediterraneo si sia moltiplicato, arrivando a 2500 persone, a causa di quella che definisce «una nuova forma di fascismo, nazionale e populista, apparentemente pacifico ma in realtà sempre più violento».
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