Sequestro di beni da mezzo milione di euro nei confronti di una famiglia di imprenditori ennesi. Sono accusati di reati fallimentari e tributari. La misura è stata disposta dal gip del tribunale di Enna in seguito a indagini condotte dalla guardia di finanza. I militari hanno passato a setaccio una serie di operazioni societarie avvenute tra le imprese della famiglia, tutte attive nel settore della grande distribuzione.
L’obiettivo sarebbe stato lo svuotamento delle casse e dei beni dell’azienda principale, successivamente fallita con debiti per oltre sei milioni di euro. Il modus operandi era sempre lo stesso: i beni venivano trasferiti a imprese neocostituite e riconducibili a membri della stessa famiglia. Tra i principali creditori c’era lo Stato che vantava imposte e contributi previdenziali non versati per circa due milioni di euro.
La procura ipotizza i reati di bancarotta fraudolenta aggravata, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. Le persone coinvolte dalle indagini sono il padre, due figli, un nipote e uno dei membri del collegio sindacale. L’indagine coinvolge anche le quattro società create per reimpiegare i beni aziendali della fallita.
Il sequestro di beni riguarda sedici immobili tra appartamenti, capannoni, terreni e somme di denaro depositate su quattro correnti bancari.
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