«Ho sollecitato il consiglio d’amministrazione a fare un atto di interpello urgente per reperire un sostituto tra i dirigenti in servizio alla Regione». Con i rossori da imbarazzo ancora lungi dallo svanire, la notizia della nomina di Giovanni Amico a direttore generale dopo l’arresto di Ugo Fiduccia, ha destato non poche perplessità. Il funzionario, infatti, è tra gli indagati dell’inchiesta Gomme lisce. La questione è stata discussa questo pomeriggio durante l’audizione in commissione Antimafia di Giusy Savarino, la presidente della commissione Mobilità all’Ars. La deputata di Diventerà Bellissima ha detto di avere saputo dalla partecipata della Regione che la scelta è caduta su Amico perché «è l’unico funzionario che, al momento, ha i requisiti» per assumere quel ruolo. Una motivazione che lascia inalterata la questione di opportunità: la procura di Palermo, infatti, accusa Amico di avere avuto un ruolo nella turbativa della gara per affidare il servizio di revisore contabile.
Insieme a Fiduccia, al presidente Gaetano Tafuri e ad altri, il funzionario, una volta accortosi che la gara sarebbe andata a una società partecipante che avrebbe rischiato di creare problemi alla gestione contabile di Ast, avrebbero trovato un escamotage per annullare la procedura. A ciò sarebbe seguito l’affidamento diretto al revisore contabile uscente, indagato e ritenuto dagli inquirenti compiacente nei confronti dei vertici aziendali. «Da qui a qualche settimana vedremo se qualcosa verrà fatto», ha aggiunto Savarino.
L’audizione ha riguardato anche la questione delle assunzioni tramite società interinali che sarebbero state gestite con procedure opache e di natura clientelare. Il tema, a fine luglio dello scorso anno, era stato posto sul tavolo anche nel corso di un’audizione in commissione Mobilità. Savarino ha ricordato di avere sentito che larga parte degli operai provenissero da due centri, uno dei quali – Marineo, in provincia di Palermo – è quello di cui è originario Fiduccia. «Queste assunzioni ce le segnalò in commissione la Ugl – ha detto Savarino – Tafuri si è difeso affermando di non avere nessun rapporto con le società interinali. Abbiamo chiesto gli elenchi delle persone assunte, ma non ci furono dati per una questione di privacy». La presidente della quarta commissione Ars ha ricordato poi di non avere mai avuto davanti Fiduccia, perché «era molto vulcanico, è sempre venuto lui». Motivo per cui la commissione non sarebbe stata a conoscenza del fatto che Fiduccia, pur essendo in età pensionabile, avrebbe comunque continuato a percepire l’indennità in contrasto con quanto previsto dalla normativa.
Savarino ha anche parlato del progetto che sarebbe stato coltivato dalla gestione Tafuri-Fiduccia sulla possibilità di creare una società mista, tra Ast e soggetti privati, per la gestione del trasporto pubblico locale. Un’ipotesi che non sarebbe stata esente da effetti potenzialmente negativi. «A mio avviso avrebbe messo in difficoltà la quota di aiuto che la Regione dà ad Ast», ha commentato Savarino. Facendo riferimento alla possibilità che gli stanziamenti della Regione venissero interpretati come aiuti di Stato. «Allertai Falcone (assessore regionale ai Trasporti, ndr) e Bellomo (dirigente regionale dipartimento Trasporti, ndr) – ha ricordato Savarino – Credo abbiano detto di non saperne nulla e, personalmente, ritengo fosse una cosa campata in aria di cui aveva parlato solo Tafuri».
L’audizione in quarta commissione del 28 luglio, quella in cui emersero i temi ritenuti potenzialmente d’interesse della commissione di Fava, sono arrivati all’Antimafia soltanto a metà novembre. «Io l’ho trasmesso immediatamente, ci saranno stati dei disservizi tra gli uffici», ha detto Savarino.
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