Incendio Vampolieri, la rabbia dei residenti «Denunceremo per disastro colposo»

«Basta, adesso basta!». A parlare è uno dei residenti dei condomini lambiti dalle fiamme questo pomeriggio, nel corso dell’incendio che è divampato in una vasta area abbandonata della collina di Vampolieri, ad Aci Catena. Dopo essere stati costretti a lasciare le proprie abitazioni, per il serio pericolo che il fuoco potesse entrare sin dentro casa, la volontà dei più è quella di adire le vie legali per venire a capo di una situazione che a quanto pare, anno dopo anno, si ripete senza soluzione di continuità: «Non è stata una fatalità – continua – Il terreno in cui si è propagato l’incendio è abbandonato da decenni e mai, dicasi mai, è stato effettuato un intervento di scerbatura per metterlo in sicurezza. Adesso è giunto il momento di denunciare».

Il proposito è condiviso dai presenti che nel cortile assistono all’intervento dei vigili del fuoco per sedare le fiamme provenienti dalla mansarda di un’abitazione: «Ci riuniremo – prosegue un altro residente – e insieme all’amministratore sceglieremo la strada migliore per difendere il nostro diritto a vivere senza dover rischiare, ogni estate, la salute. Le sterpaglie del terreno abbandonato arrivano sin dentro i nostri giardini». Nella concitazione del momento le accuse ipotizzate sono le più pesanti: «Secondo me l’unica cosa da fare è sporgere denuncia per disastro colposo».

Dalle prime indiscrezioni risulterebbe che il terreno incriminato sia di proprietà di un privato che, però, complice la particolare situazione a rischio idrogeologico della zona, non si è mai occupato della manutenzione dell’area. Tale ipotesi, tuttavia, poco influisce sugli obblighi di intervento che pubblico e privati hanno in termini di rispetto delle norme di sicurezza: con un’ordinanza sindacale del 5 giugno scorso, infatti, l’amministrazione Maesano ha disposto l’obbligo – a partire dal 15 giugno e fino al 15 settembre – «di procedere, sotto la propria responsabilità diretta, penale e civile, per l’intera estensione dell’area interessata, alla pulizia di stoppie, frasche, cespugli, arbusti, residui di coltivazione».

Il mancato recepimento dell’ordinanza, inoltre, comporterebbe l’applicazione di una sanzione che va dai 105 ai 1.035 euro; questo, però, nel caso in cui nessun danno venisse scaturito dalla suddetta negligenza. Se invece la mancata scerbatura provocasse danni a persone o cose, per i responsabili le conseguenze sarebbero ben peggiori: «Gli inadempienti – si legge nell’ordinanza – saranno responsabili dei danni che si dovessero verificare, a seguito di incendi, a persone e/o beni mobili ed immobili, e saranno denunciati ai sensi degli artt. 449 e 650 del codice penale».

Questo è quanto previsto dall’amministrazione comunale che, però, nelle prossime settimane si potrebbe trovare nella condizione di difendersi dall’accusa di non aver fatto il possibile per evitare che quanto temuto da tutti si verificasse: «Le ordinanze – concludono i residenti – vengono fatte ogni anno, ma chi le fa rispettare? Questa è complicità».

Simone Olivelli

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