Incendio allo Zingaro, «metà riserva è andata in fumo» Cracolici: «Partito da lontano, viali parafuoco c’erano»

«È un disastro senza pari, quasi metà della riserva dello Zingaro è andata in fumo». L’ispettore della forestale che guarda la macchia mediterranea rimasta cenere è sconsolato. L’incendio che da ieri pomeriggio ha colpito l’area protetta tra San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo ha avuto effetti devastanti. Secondo le prime stime dei soccorritori, circa 600 ettari (su un totale di 1.650) di riserva non esistono più.

«Le fiamme sono entrate abbondantemente nella riserva – spiega la direttrice Rosa La Barbera – fortunatamente hanno toccato la parte alta, sopra il sentiero di mezza costa. Poteva andare ancora peggio se il vento, in nottata, non si fosse fermato». Tutte le strutture della riserva sono state salvate, grazie al lavoro incessante, fino alle quattro di mattina, di una trentina di operai dell’ente, che hanno supportato forestale e vigili del fuoco. 

Due canadair, che fino a ieri sera hanno cercato di arginare il fuoco, sono tornati in azione all’alba. Domate le fiamme dal lato di Scopello, dove stanotte sono state evacuate diverse abitazioni, e qualcuno ha dovuto lasciare il posto di lavoro per tornare di fretta a casa. Nessuna struttura in ogni caso è stata danneggiata. Il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Coppola, ha spiegato che stanotte sono stati evacuati per prudenza anche alcuni alberghi e villette, mentre gruppi di volontari hanno operato nel tentativo di creare barriere naturali alle fiamme, diserbando alcune aree.

Resta invece il fuoco nella parte montana della riserva, in particolare a Monte Cala della Disa. Sono a lavoro squadre dei vigili del fuoco di tutta la provincia di Trapani, nonostante i roghi stiano colpendo anche i territori di Alcamo Marina e Balestrate. 

«Mai visto nulla del genere in tutti i miei anni di lavoro – commenta uno dei sorveglianti che è rimasto sveglio per quasi tutta la notte – è peggio del 2006», dice in riferimento all’incendio che undici anni fa devastò buona parte della riserva. 

Nelle operazioni di soccorso sono rimasti feriti due operai della forestale. Ieri era stato chiesto l’intervento anche di un terzo canadair, ma non è stato possibile perché il mezzo era impegnato su altri focolai (sono stati in totale una trentina in tutta la Sicilia nelle passate 24 ore). Nella zona è arrivato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici. Che affida a Facebook immagini e riflessioni su quanto accaduto nel Trapanese: «Con i miei occhi – scrive – ho visto gli effetti devastanti del fuoco che ha cancellato la vegetazione per oltre 3000 ettari tra Castellammare del Golfo, Custonaci e San Vito Lo Capo. Ai tanti sapientoni che commentano senza sapere di cosa parlano, rispondo con alcune immagini. Il fuoco, alimentato dal vento, non si ferma neanche davanti alle strade, figurarsi se viene arrestato dai viali parafuoco. Tuttavia allo Zingaro sono state completate tutte le opere di prevenzione compresi i viali parafuoco. Ma ciò non ha impedito che il fuoco entrasse nell’area della riserva. La rabbia degli uomini, a cui va il ringraziamento di tutti noi e che da 24 ore ininterrottamente supportano i canadair nelle operazioni di spegnimento e nelle attività a terra, è quella che il fuoco sia entrato nella riserva pur essendo stato innescato da zone lontane, ma il vento ha favorito la sua forza di distruzione».

«È una situazione molto grave – conclude la direttrice della Riserva dello Zingaro – peggiore degli anni scorsi, ogni fine settimana siamo assediati dal fuoco e siamo totalmente inermi».

Salvo Catalano

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