«Ha bruciato velocemente come un fiammifero». A rendere bene l’idea di come le fiamme hanno divorato la palma nello slargo tra via Gemmellaro e via Pacini, in pieno centro storico, ci pensa un video girato intorno alle 5 di domenica mattina quando l’episodio si è verificato. «Credo che si sia trattato di un atto vandalico – commenta a MeridioNews il titolare di uno dei locali che si affaccia sullo slargo a due passi da piazza Carlo Alberto – Anzi, di un atto di odio verso la bellezza». I responsabili non sono stati individuati anche perché in zona non ci sono telecamere pubbliche di videosorveglianza attive e quelle dei privati – cittadini ed esercenti – inquadrano soltanto gli ingressi delle abitazioni o dei locali. «Io sono stato svegliato poco dopo le 5.30 dal gestore di un altro esercizio di ristorazione che, insieme ai suoi dipendenti, si trovava ancora sul posto di lavoro per le pulizie quando, a un certo punto, ha visto che il colore della luce di fuori era stranamente cambiato».
Una volta superato l’uscio dell’attività commerciale alla fine di via Santa Filomena, di fronte si sono ritrovati la palma avvolta dal fuoco con fiamme alte fino all’ultimo piano delle case. «Per fortuna – sottolinea il ristoratore – non c’era vento, altrimenti le fiamme altissime avrebbero potuto danneggiare seriamente gli edifici attorno alla piazzetta». A ripulire tutto quello che l’incendio ha lasciato – una volta spento da una squadra dei vigili del fuoco allertata e subito arrivata sul posto – ci hanno pensato gli esercenti. «Non abbiamo trovato bottiglie di liquidi infiammabili e nemmeno altri elementi», aggiunge sottolineando che «da parte degli organi che sarebbero preposti alla gestione del verde pubblico qui non si è ancora visto nessuno». E, stando a quanto lamenta chi lavora in quella zona da anni, non si vedevano già da molto prima. «Quella palma in pratica non era mai stata potata – riferisce il titolare del locale – Quindi, oltre alla questione del vandalismo c’è anche un problema di incuria da parte delle istituzioni». Di quella pianta al centro dello slargo adesso resta una parte incenerita ma «sembra ancora viva e, anche se al momento non pare pericolosa, servirebbe che qualche esperto venisse a controllarla e sistemarla perché – conclude – potrebbe cadere o, lasciata in quelle condizioni, potrebbe invogliare altri a ripetere l’azione».
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