Incendiata l’auto del direttore della Sostare Scarciofalo: «Mai avute intimidazioni»

Prima i sabotaggi e i furti alle colonnine della Sostare, l’azienda partecipata comunale che controlla le strisce blu; poi i danni a un’auto della ditta. Stanotte l’asticella è stata alzata, con l’incendio della vettura del direttore Giacomo Scarciofalo in via Archimede, nei dintorni di corso dei Martiri. «Alle tre di notte ho sentito un botto, mi sono affacciato e ho visto la mia macchina in fiamme», racconta con voce roca il dirigente. «È la seconda volta che incendiano l’auto di servizio, ma non ho mai avuto intimidazioni», chiarisce fermamente pur ancora scosso. Subito intervenuti, carabinieri e vigili del fuoco hanno confermato la matrice dolosa senza però trovare segni di detonatori o del materiale infiammabile utilizzato.

La serie di danneggiamenti rivolti all’azienda è iniziata da poco meno di un mese fa, il 30 novembre, quando sono stati fatti esplodere alcuni totem in centro, nella zona dell’Antico corso. Nei giorni successivi, con le stesse modalità, quelli che si presumeva fossero atti vandalici si sono ripetuti anche in via Citelli, via Vittorio Emanuele e via Garibaldi. Tre giorni fa una delle auto del parco macchine della Sostare è stata ritrovata con i finestrini in frantumi e gli pneumatici tagliati. Stanotte l’incendio della Mercedes classe A del direttore, seguita pochi minuti dopo da un altro danneggiamento di un altro parcometro in piazza San Domenico per il quale sono stati denunciati tre cittadini di origini cinesi, non ritenuti però collegati a quanto accaduto a Scarciofalo. Il direttore, dal canto suo, si rimette al lavoro degli inquirenti. «Non sono io che posso sostituirmi a loro – spiega – Ma di certo ci stanno danneggiando i parcometri e adesso le auto», riconosce.

Stamattina il sindaco Enzo Bianco ha espresso solidarietà a Scarciofalo, sottolineando la gravità di un episodio con cui «è stata lanciata una sfida alla città e al principio di legalità». «Dobbiamo comprendere che non è stata colpita Sostare il suo direttore o i funzionari o gli impiegati – ha affermato il primo cittadino – questo è stato un attacco all’Amministrazione comunale di Catania e quindi alla città e ai cittadini. Qui non c’è il singolo criminale che ruba, qui c’è dietro un’organizzazione strutturata,  c’è la sfida arrogante di chi pensa di poter controllare la città attraverso l’intimidazione. I Catanesi – ha concluso – sapranno dimostrare che qui vige la legge e vogliamo che la legalità sia rispettata dappertutto. Avranno pane per i loro denti».

Carmen Valisano

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