«La Sicilia va rispettata, al di là della solita esaltazione della criminalità. Ancora una volta è ora di finirla, basta ad Antoci». A parlare così in un video messaggio rivolto al presidente del Parco dei Nebrodi pubblicato su Facebook è stato nei giorni scorsi Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte accusa Antoci di «tirare fuori la mafia anche di fronte agli incendi che ci sono in ogni parte d’Italia» e di fare riferimento a Cosa nostra come se solo la Sicilia fosse «sotto il controllo della mafia». Sgarbi parla poi delle pale eoliche, che considera «strumenti di malattia e di morte» e attacca Antoci ritenendolo «responsabile, anche senza volerlo» dell’entrata di «centinaia di pale nel parco dei Nebrodi».
Contattato da MeridioNews, Antoci ha dichiarato di non volere commentare ulteriormente le parole dell’ex sindaco di Salemi, rinviando al commento scritto sulla pagina di Sgarbi: «All’interno dell’area protetta del Parco dei Nebrodi non esiste neanche una pala eolica in quanto ciò è stato vietato da una apposita delibera del consiglio del parco proprio mentre stavano proliferando in tutta la Sicilia – ha scritto -. Noi siamo stati forse l’unico freno in Sicilia a questo che, condivido con lei, essere uno scempio». È una replica dai toni pacati quella di Antoci, che continua affermando che «riguardo ai roghi, io ho imputato una parte degli stessi alla possibile reazione alle interdittive antimafia dovute al protocollo che ha tolto tanti fondi europei sui terreni demaniali alle famiglie mafiose, restituendo dignità a tanti giovani e onesti agricoltori».
Di tutt’altro tono l’attacco di Sgarbi. «Hai bisogno di dar senso alla tua funzione chiamando tutto mafia, troppo facile attribuire tutto alla mafia», continua il critico nel suo videomessaggio, che si conclude con una richiesta: «Dimmi perché tante pale eoliche». Sembra, però, che quelle pale eoliche cui fa riferimento siano fuori dal perimetro del parco: «Mi dispiace che le abbiano fornito notizie inesatte – ha replicato Antoci – ma ci tenevo a farle sapere che il Parco è stato presidio di legalità contro l’eolico in Sicilia e di questo ne siamo fieri. Sono molto dispiaciuto che il Parco sia passato per quello che ha favorito l’eolico, quando invece è stato in Sicilia forse l’unico a prendere posizione contro e vietandone nel perimetro, 86 mila ettari su tre province, la sua realizzazione. Noi – conclude – abbiamo impedito questo sconcio e dunque facciamo parte della sua di squadra non di quella degli altri».
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