«Sveglia alle sei per l’aria irrespirabile, ho dovuto chiudere tutte le finestre e i miei cani sono agitatissimi». «Ho tossito tanto che non ho più neanche voce, puzza di plastica bruciata». «Ma è Catania o Pechino? Dal fumo sembra più Pechino. E l’amministrazione non dirama un avviso alla popolazione sugli eventuali pericoli e relativi comportamenti da tenere?». Sono solo alcuni delle decine di commenti lasciati sulla pagina Facebook Lungomare liberato dai catanesi che stamattina si sono svegliati avvolti in una nube di fumo denso e scuro. Quella che viene dal grosso incendio che si è sviluppato a zia Lisa, nel campo rom di via Madonna del divino amore, ormai due giorni fa.
Le fiamme non si fermano da venerdì sera e gli uomini dei vigili del fuoco sono al lavoro per tentare di spegnere i focolai che si mantengono vivi, complici le alte temperature e il forte vento di questi giorni. Lo stesso che adesso sta spostando la cappa scura su tutta la città. I cittadini riferiscono di puzza di gomma e plastica incendiati. Una descrizione compatibile con la descrizione degli oggetti ammassati nel campo nomadi alle spalle del cimitero di Catania, dove vivevano circa 300 nuclei familiari di rom e sinti che risiedevano in maniera stanziale nel terreno.
Da questa mattina il telefono della sala operativa dei vigili del fuoco etnei squilla in continuazione. Nel centro storico la nube di fumo si sta diradando, ma rimane densa nella zona della stazione centrale, di viale Africa, viale Vittorio Veneto e nel quartiere di Picanello. «Il fumo è denso e scuro in tutta la città – spiegano dalla sala operativa dei pompieri – da pochi minuti si sono ridotte le telefonate dal centro storico, ma si sono intensificate quelle da altre zone». Nel frattempo, gli uomini delle forze dell’ordine sono ancora a zia Lisa nel tentativo di domare definitivamente le fiamme del vasto rogo di venerdì.
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