L’inferno sulla terra.
Notizie da bollettino di guerra. Gli incendi che hanno devastato la Sicilia e in particolare il territorio del Palermitano, il giorno dopo lasciano scenari spogli e neri come la pece. Boschi e attività commerciali distrutti, cittadini che si aiutano per cercare di arginare i danni. E dopo aver fronteggiato l’emergenza ora parte la caccia ai responsabili. Mente il Codacons spicca una denuncia in cui chiede di accertare le responsabilità di istituzioni ed enti locali, le Procure di Palermo e Termini Imerese sono già al lavoro sulle prime informative e sui primi rapporti ricevuti da carabinieri, polizia, Corpo forestale, intervenuti sui luoghi devastati dagli incendi. Pure a Palermo la Procura diretta da Francesco Lo Voi è mobilitata sulla base delle prime informative sui roghi divampati a Monte Pellegrino, nei quartieri dello Sperone e dell’Acquasanta, fin nei pressi della zona di Monreale.
Di certo l’autocombustione non è ritenuta comunque una causa attendibile dello scatenarsi delle fiamme. «
L’autocombustione non esiste e poi comunque non ci possono essere cinquecento autocombustioni. Non ci possono essere cinquecento persone distratte, che hanno buttato la sigaretta accesa guarda caso poi in un giorno di vento di scirocco, non può essere», commenta così gli incendi che hanno devastato mezza Sicilia, il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna. «Questi sono tutti incendi dolosi, architettati – aggiunge Zanna – e io penso che ci sia una strategia per creare questo disastro. Poi ci può essere qualche cretino, qualche pazzo, che si inserisce in questo contesto. Ma il contesto è criminale, è voluto». «Penso a chi ha interessi, di natura diversa, che in questi casi si sommano, si mettono insieme. C’è anche un aspetto culturale, atavico e inaccettabile, di una parte minoritaria di siciliani che però poi crea questi disastri che è quella che non ha a cuore le sorti del proprio patrimonio naturalistico boschivo, del bene comune». A questo si aggiunge il fatto anche che «ieri dal punto di vista climatico è stata una giornata particolare – sottolinea il presidente di Legambiente Sicilia – ma in questa regione non sono una novità gli incendi. Sappiamo che le nostre estati sono state segnate negli anni ripetutamente da roghi più o meno vasti. E qui c’è una responsabilità della Regione, della disorganizzazione che c’è. Non abbiamo calcolato ancora l’entità dei danni ma è tutto devastato nelle Madonie, da Cefalù fino a Piano Battaglia. Si tratta di territori che si erano appena ripresi dal grande incendio di qualche anno fa e che adesso sono stati nuovamente cancellati dalle fiamme».
Di disorganizzazione della macchina della Regione parla anche Gaetano Guarino funzionario direttivo superiore del corpo forestale e segretario aziendale della Cgil. «Gli incendi di ieri sono scoppiati in una giornata difficile da gestire da un punto di vista meteorologico perché abbiamo toccato punte di 46 gradi ma situazioni simili si sono verificate anche in passato – afferma Guarino – comunque già c’era stata un’allerta meteo un paio di giorni prima, che ha trovato poco preparati gli apparati organizzativi». Pochi dubbi invece sulla «natura dolosa degli incendi può essere rintracciata, credo, nella maggior parte dei casi, anche perché l’autocombustione si verifica sopra i 60 gradi». «Mi dispiace perché ormai si è innescato questo meccanismo scellerato nell’opinione pubblica che associa gli incendi agli operai forestali. Non è così. Gli operai non c’entrano niente anche perché li stavano assumendo». «Non ho capito bene le dichiarazioni Crocetta – aggiunge Guarino – che avrebbe in qualche modo dato la colpa ai forestali allontanati per motivi legali. Posso semplicemente dire che quando si tratta di piccole unità, basta avere un occhio di riguardo per queste persone se si teme un’eventuale ritorsione. Io non dico che siano stati loro, ma c’è sempre una forma di prevenzione che può essere attuata».
Per Guarino esiste «una regia» dietro gli incendi «ma non riesco ancora a comprendere bene». Nel suo ragionamento prende in esame anche il primo grande incendio di quest’anno, quello di Pantelleria: «Il bosco è stato distrutto. Ma a Pantelleria
in quel periodo c’erano principalmente i panteschi che non avevano motivo di distruggere ciò che per loro costituisce reddito. Penso quindi che la regia venga da fuori. Con tutta la buona volontà del ministro dell’Ambiente – anche se il parco era stato istituito dal 2007 – ora arriveranno parecchi milioni di euro per Pantelleria. Che ben vengano ma per avere di nuovo l’ambiente sano ci vorranno almeno trent’anni, il danno è notevole».
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