Incarichi agli indagati? Sì, grazie…

Nella Sicilia dei paradossi finisce che anche i condannati per mafia potrebbero essere chiamati dall’amministrazione regionale a svolgere il ruolo di consulenza o a mettere nel ‘carniere’ altri incarichi.

La cosa non deve destare stupore alla luce della ‘bocciatura’ di un emendamento alla legge ‘blocca nomine’, approvata stasera dall’Ars. L’emendamento, che era stato presentato dal deputato del Pd, Lillo Speziale, se approvato, avrebbe introdotto il divieto per la Regione, i Comuni, le Province e per le aziende sanitarie e ospedaliere di conferire incarichi a persone rinviate a giudizio o condannate per una serie di reati: tra questi, l’associazione per delinquere di tipo mafioso, la corruzione in atti d’ufficio, la corruzione in atti giudiziari e via continuando con i fenomeni di corruzione.

Rudy Maira, capogruppo del Pid, ha parlato di “incostituzionalità” dell’emendamento. “Questa norma – ha detto Maira – ha solo lo scopo di guadagnarsi qualche pagina di giornale. E magari fare additare chi non è d’accordo come componente di una ‘casta’, specie in questo periodo di grande diffidenza per la politica”.

Maira ha promesso che si impegnerà a presentare una legge-voto per far disciplinare la materia dal Parlamento nazionale, che, a suo giudizio, è titolare di tale materia.

Per la cronaca, l’emendamento è stato ‘bocciato’ con 39 voti contro 32. Ovviamente con il ricorso al voto segreto. Nessun parlamentare, insomma, ci ha messo la faccia, almeno al momento del voto.

Di diverso tenore il commento di Pino Apprendi, parlamentare del Pd. “L’acceso dibattito che si è svolto in aula sullo sbarramento antimafia nei confronti di possibili nominati a ricoprire cariche pubbliche, poteva essere, come in altri casi, l’espressione di posizioni contrapposte, ma chiare, libere e democratiche: invece si è fatto ricorso all ‘odioso metodo del voto segreto su una norma che, se approvata, poteva gettare un ponte con quella parte di società che in questo momento non si identifica nelle istituzioni per diffidenza e pregiudizio”.
“L’approvazione di questa norma – prosegue la nota di Apprendi – costituiva anche un atto di stima al lavoro che
quotidianamente fa la magistratura per smantellare le relazioni fra mafia e politica.  Mi riferisco sopratutto a chi non ha manifestato il proprio pensiero nascondendosi dietro il voto segreto e questo, un giorno dopo l’anniversario del ventennale delle stragi non ci fa onore”.

Foto di Rudy Maira (a sinistra) tratta da ilfattonisseno.it

Foto di Lillo Speziale (a destra) tratta dainformasicilia.it

Redazione

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