LA NOSTRA ISOLA SAREBBE STATA SCELTA PER CUSTODIRE I VELENI. LA CONFERMA CHE, PER ROMA, SIAMO SOLO L’ULTIMA DELLE COLONIE…
La guerra civile in Siria e il Governo italiano starebbero per fare un altro bel regalo alla Sicilia. Secondo quanto riportato dal sito internet del quotidiano Il Corriere della Sera, potrebbe essere un porto civile siciliano a ospitare, per settimane o anche per mesi, le sostanze chimiche con cui il governo di Assad è accusato di fabbricare le armi per gasare i ribelli e i civili che li sostengono.
Secondo quanto riporta il giornale, il ministero degli Esteri ha precisato che le sostanze verranno ospitate in un porto italiano per poi essere trasferite sulla nave americana «Cape Ray», dove saranno successivamente neutralizzate. Secondo il Corriere, non è ancora certo quale sarà il porto di transito, ma, citando fonti del ministero della Difesa, dovrebbe essere un approdo civile «in Sicilia o in Sardegna» mentre ambienti diplomatici indicano uninstallazione militare, comunque in unarea protetta.
E, così, se le indiscrezioni di stampa fossero confermate dai fatti, si confermerebbe linfausta tradizione che sia la nostra regione a pagare i costi più alti delle tensioni internazionali nel bacino del Mediterraneo e quelle, spesso anche in termini di vite umane, delle missioni di pace dellesercito italiano in terre martoriate dai conflitti.
E successo con la guerra contro la Libia, quando laeroporto di Trapani, allora in piena espansione, fu confiscata ai voli civili per ospitare i voli degli aerei militari alleati impegnati nei raid su Tripoli, e potrebbe succedere ancora, se le sostanze chimiche siriane arriveranno da noi. Allepoca della guerra anti Gheddafi, lintera provincia di Trapani subì danno economici rilevantissimi dal mancato movimento degli aerei civili da e per la Sicilia.
Per non parlare di Lampedusa, invasa dagli immigrati che arrivano con le carrette del mare e che risponde con la civiltà e la solidarietà allabbandono in cui è lasciata, da anni, dal governo nazionale che si sveglia soltanto quando si accendono i riflettori del dolore e dello sdegno per le troppe tragedie del mare. Per interventi seri e concreti, al netto delle passerelle dei ministri compresi quelli siciliani lItalia si dimentica della Sicilia e dei siciliani; così come se ne scorda quando si tratta di realizzare interventi infrastrutturali o di salvaguardia del territorio o dei lavoratori. In quel caso, si tira subito in ballo linsularità della Sicilia, la marginalità geografica, lantieconomicità degli interventi. LItalia, o meglio, il suo governo, se ne ricorda lo stesso ragionamento si può fare anche per la Sardegna – soltanto quando cè da ffare regalini come quello che racconta il Corriere.
Certo, il ministro degli esteri, Emma Bonino, ci tiene a fare bella figura davanti agli interlocutori internazionali e ha dato la disponibilità dellItalia a fare la propria parte nel piano di disarmo delle armi chimiche del regime, messo a punto da russi e americani insieme allOpac (Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche) e accettato dalla Siria. La prima fase del piano prevede racconta il Corriere – il trasferimento delle sostanze (circa 500 tonnellate) nel porto siriano di Latakia. Sono componenti separate che diventano unarma se mixate insieme. Una volta nello scalo, i contenitori (circa 150) saranno imbarcati su navi norvegesi e danesi per essere trasportati in un Paese terzo. Si era parlato dellAlbania, spiega il Corriere, ma persino Tirana ha storto il naso e ha respinto lofferta, muovendo a motivo non meglio specificati problemi di politica interna.
A quel punto, la palla avvelenata è capitata nelle mani dellItalia che, pur di continuare a illudersi di far parte del club dei grandi paesi a livello internazionale, farebbe qualsiasi cosa Comprese quelle rischiose. O diventare la pattumiera delle grandi potenze. Un po come succede per i paesi del terzo mondo sottosviluppati, dove le nazioni industrializzate portano i loro rifiuti pericolosi o come capita(va?) in Campania con le scorie provenienti dal Nord e scaricate illegalmente in campagna. Ospitare i container è, comunque, pericoloso. Spiega, infatti, il quotidiano milanese che I container verranno scaricati in una zona sorvegliata da reparti militari per prevenire incidenti o atti ostili. Non si sa nemmeno quanto resterebbero in Sicilia o in Sardegna gli sgraditi ospiti. LOpac vorrebbe chiudere loperazione di distruzione entro aprile e visto che servono dai 45 ai 90 giorni per trattare le sostanze potrebbe trattarsi di una sosta di alcune settimane.
Per adesso, sono soltanto indiscrezioni che, comunque, citano fonti ufficiali non smentite. Ci auguriamo che anche il governo regionale faccia sentire la sua voce e protegga la Sicilia e i suoi cittadini da questa nuova aggressione, da questa ennesima scelta che guarda alla nostra isola con lottica di chi guarda a una colonia. Non dimenticando che, il vice presidente del consiglio è siciliano.
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