In Sicilia la soluzione al caro bollette passa dall’idrogeno «Potrebbe rendere subito autonoma l’Isola dal metano»

«Il momento di crisi energetica globale che stiamo attraversando può avere una soluzione immediata, che renderebbe autonoma la Sicilia dal metano». Lo dice senza mezzi termini Rosario Lanzafameordinario di Sistemi per l’energia e l’ambiente di Unict e componente del nuovo osservatorio regionale sull’idrogeno, ospite della trasmissione Ora d’aria su Radio Fantastica e Sestarete tv. Istituito mesi fa dall’assessora regionale all’Energia Daniela Baglieri, il tavolo è entrato in funzione in questi giorni e raggruppa produttori di energia rinnovabile, docenti – siciliani e non – e operatori dei trasporti, tra le categorie più colpite dai rincari. Insieme ai commercianti, che proprio oggi protestano spegnendo le proprie insegne. I componenti resteranno in carica tre anni, a titolo gratuito e rinnovabili una sola volta. A loro toccheranno due attività principali: capire cosa manca per costruire una vera filiera dell’idrogeno in Sicilia e approntare dei progetti pilota.

La speranza contro il caro bollette, insomma, in Sicilia passa da questo particolare fluido, l’idrogeno: non una fonte energetica di per sé, ma un vettore. Tanto che la stessa Regione, insieme all’istituzione dell’osservatorio, ricorda di aver compiuto anche altri due passi nella stessa direzione: la candidatura a ospitare la sede del Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno e una manifestazione d’interesse per soggetti europei intenzionati a investire nel settore sull’Isola. Domanda a cui risulta la risposta di oltre 90 soggetti, tra università, centri di ricerca e privati. Adesso toccherà ai componenti dell’osservatorio fare ordine e stabilire i primi passi.

Alcuni, in realtà, già mossi. È il caso del progetto di Enel green power a Carlentini, nel Siracusano, per produrre 200 tonnellate annue di idrogeno verde – cioè da energia rinnovabile, in questo caso impianti eolici già esistenti – presentato in Regione. E sempre al Siracusano bisogna guardare per un progetto pilota del passo successivo: «Lo abbiamo studiato con le società del polo petrolchimico e con l’autorità portuale – spiega Lanzafame – Attraverso delle turbine eoliche galleggianti sul mare si genera appunto idrogeno. Per renderlo direttamente utilizzabile, però, serve un’operazione di conversione, con un sistema power to gas, che lo trasformi in metano sintetico. Per ogni chilo di idrogeno generato attraverso 75-80 chilowattora da fonte rinnovabile e una decina di litri di acqua, siamo in grado di generare due chili di metano sintetico». Rispondendo anche a un altro problema urgente: il cambiamento climatico e la necessità di arrivare a emissioni zero entro il 2050. «Emissioni zero? Così andremmo persino a credito – continua il docente – assorbendo, anziché produrla, 5,5 chilogrammi di anidride carbonica dall’ambiente circostante».

Sistemi conosciuti ma finora poco sperimentati per motivi economici, come tutte le innovazioni. Adesso, però, dove sembra non essere riuscita la preoccupazione per l’ambiente, potrebbe spuntarla la tasca: come freno all’emorragia per famiglie e imprenditori, ma anche come fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Che già stanno finanziando praticamente tutti i nuovi impianti di energie rinnovabili che sorgeranno – conclude Lanzafame – Basta aggiungere la conversione e risolveremmo più problemi insieme. Non in futuro, ma da subito».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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