«No all’eutanasia della Provincia». «No al dissesto per legge». I 1.200 dipendenti della Provincia di Palermo, più i 150 delle società partecipate tornano in strada. Così come hanno fatto oggi migliaia di colleghi in tutte le province siciliane. Dopo il presidio di giovedì scorso, organizzato dai coordinamenti di tutte le Rsu dell’Isola, oggi il capoluogo è stato teatro di una nuova protesta. I lavoratori hanno manifestato con un sit-in davanti alla sede della Prefettura, in via Cavour. Con loro le segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Csa e il coordinamento delle Rsu della ex Provincia di Palermo.
Una delegazione è poi stata ricevuta dal prefetto,
Francesca Cannizzo, a cui è stato consegnato un documento; «gravissime conseguenze» che subiranno le comunità locali a seguito della soppressione degli Enti. «Dopo l’affossamento all’Ars della legge di riforma delle Province, con l’abrogazione dell’articolo 1, la nostra preoccupazione principale – spiegano i lavoratori – sono i finanziamenti che stanno venendo a mancare».
Le parti sociali puntano il dito contro «
prelievi forzosi imposti dalla Legge di stabilità 2015, che sottrarrà alle Province un miliardo solo per quest’anno e una cifra doppia nei prossimi due anni (per Palermo sarà 31 milioni 409mila 964 per il 2015, 45 milioni 988mila 25 per il 2016 e 60 milioni 566mila 86 per il 2017, ndr), e l’inerzia del governo regionale in merito al decollo della riforma».Un atteggiamento, assicurano i sindacati, che determinerà «il probabile dissesto degli Enti». Il rischio è duplice. Da un lato la Provincia non sarà in grado di erogare i propri servizi e nel «caos normativo» non saprà più quali servizi svolgere. «Ma già adesso edilizia scolastica, strade provinciali, ambiente e servizi per i disabili sono a rischio così come presto lo saranno i nostri stipendi», protestano i dipendenti.
Difficoltà per le scuole, che rischiano di chiudere per il mancato pagamento della spesa per il funzionamento, inagibilità degli edifici causata dalla mancata manutenzione, impossibilità di promuovere il diritto allo studio. Non si potrà assicurare il monitoraggio e la tutela del territorio soprattutto in materia di inquinamento atmosferico e non si potrà assicurare il servizio di consulenza ai giovani né la promozione e il sostegno alle attività turistiche, agricole artigianali e imprenditoriali.
Il prefetto Cannizzo ha assicurato che attiverà «le procedure opportune», trasmettendo alla Presidenza del Consiglio dei ministri i documenti sindacali. Il pericolo, per i dipendenti a tempo determinato e indeterminato e per il personale che svolge funzioni delegate alle Province, è di incorrere, se a tempo determinato, in un mancato rinnovo dei relativi contratti e, se a tempo indeterminato, nella possibilità di licenziamento. «
Una situazione drammatica», denunciano i segretari territoriali Filippo Romeo per la Fp Cgil, Salvatore Badami per la Cisl Fp, Salvatore Sampino della Uil Funzione pubblica e Ettore Cassarino per Csa. Le parti sociali chiedono l’apertura di un tavolo tecnico, che tenga conto della situazione delle nove ex province siciliane.
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