In difesa dell’Autonomia siciliana

In un lungo articolo pubblicato da Affaritaliani.it il Presidente del Consiglio, Mario Monti, insisterebbe per il commissariamento della Sicilia. E’ evidente che Monti, che sarà di certo un grande economista, ha una conoscenza del Diritto Costituzionale che è pari, se non inferiore, a quella del coordinatore dell’Udc siciliana, Senatore Giampiero D’Alia.   Una conoscenza piuttosto approssimativa, a quanto sembra.

Forse Monti non sa che c’è solo una norma, introdotta nel 2001, che prevede la possibilità di rimuovere il presidente della Regione siciliana. Per potere rimuovere il presidente della Regione siciliana, quest’ultimo dovrebbe avere compiuto atti contrari alla Costituzione o reiterate e gravi violazioni di legge. Ci dispiace per Monti e per il suo sodale Senatore D’Alia: ma non si è verificata nessuna delle due condizioni.

Forse Monti e D’Alia pensano di sciogliere il Parlamento siciliano? Se lo pensano, stanno prendendo un’altra cantonata. Perché l’Assemblea regionale siciliana si può sciogliere solo per “persistente violazione dello Statuto”: e questa persistente violazione dello Statuto non c’è.

Leggiamo, sempre su Affaritaliani.iti, che per il ruolo di commissario si farebbero i nomi di Massimo Capuano e di Ivan Lo Bello. Sappia, il signor Monti, che questi due signori metteranno piede a Palazzo d’Orleans, la sede del Governo siciliano, solo se eletti dal popolo siciliano, non certo perché ce li spedisce lei.

Noi, sia chiaro, non stiamo difendendo il Governo Lombardo: stiamo difendendo le istituzioni autonomistiche della nostra Isola. Piuttosto che venire a calpestare l’Autonomia siciliana, Monti e il suo Governo da macelleria sociale si dovrebbero occupare, se ne hanno le capacità, della sovranità nazionale che il nostro Paese sta cedendo a quella banda di massoni che governa l’Unione Europea dell”euro.

Se Monti, frustrato dallo spread che si sta prendendo gioco di lui e del suo Governo che sa solo tassare gli italiani, pensa che in Sicilia troverà il ‘muro basso’, beh, si sbaglia di grosso.

Già, in Sicilia, abbiamo le scatole piene di una classe politica rapace e inetta che, in oltre sessant’anni, non ha fatto altro che svendere gli interessi della Sicilia a Roma. Prova ne sono i titolari delle raffinerie di petrolio presenti nella nostra Regione, che pagano le imposte al Nord Italia, si portano gli utili nello stesso Nord Italia e lasciano nella nostra Isola solo l’inquinamento.

Presidente Monti, è bene che lei lo sappia: ci siamo rotti le scatole. Ne abbiamo abbastanza della classe politica siciliana e del suo pessimo Governo delle banche.

Leggiamo su Livesicilia che il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, in queste ore, starebbe meditando di dimettersi. Presidente Monti: le ricordiamo, Statuto alla mano, che dopo le dimissioni di Lombardo ci sono solo le elezioni. Il commissariamento sarebbe un atto incostituzionale. 

Presidente Monti, l’Autonomia siciliana ha una storia antica. Il fatto che a governare la Sicilia sia l’attuale politica significa poco. Peraltro, sappia che da qualche anno a questa parte, proprio perché nauseati dall’attuale classe politica, in Sicilia sono sorti tanti movimenti autonomisti. Per ora sono tante “monadi senza finestre” (o quasi). Il suo Governo, con l’arroganza che lo contraddistingue, sta soltanto riunificando le tante anime di questo popolo siciliano incazzato nero. La punta dell’iceberg – ed era solo la punta, ci creda – l’avete vista tra gennaio e febbraio con il Movimento dei Forconi.

Dia retta a noi, presidente Monti: si attenga allo Statuto siciliano, che fa parte della Costituzione. Eviti di imboccare altre strade, peraltro pericolose. Sa come diciamo noi qui in Sicilia? Megghiu diri chi sacciu chi diri chi sapia… (se ha problemi di traduzione può chiede ‘lumi’ al Senatore D’Alia, che almeno questo adagio dovrebbe conoscerlo…).

 

Giulio Ambrosetti

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