In città tre nuovi centri d’informazione turistica  Filoramo: «Sono costati 178mila euro, uno spreco»

Costosissime e per molti cittadini anche brutte. Sono le tre casette alpine che sono comparse da qualche settimane a Palermo. Ospiteranno i Cit, centri di informazione turistica, in sostituzione dei precedenti punti informativi realizzati in metallo. Strutture che sono da giorni oggetto di scherno anche sui social, perché ritenute decisamente fuori contesto per una città come Palermo. «La scelta di strutture lignee dal gusto alpino collocate in una città mediterranea e dalla precisa identità architettonica – dice a MeridioNews il consigliere comunale del Pd Rosario Filoramo – è già da sola discutibile. Ma a questa aggiungiamo il disappunto per lo spreco di denaro pubblico che certamente si sarebbe potuto destinare a iniziative per l’incremento dell’offerta turistica».

Uno spreco di circa 179mila euro. «Si è proceduto – spiega il consigliere – all’acquisto delle tre casette e alla loro installazione, mediante procedura aperta della fornitura e posa in opera dei tre chiostri prefabbricati in legno da adibire a punti di informazione turistica, all’approvazione del bando di gara e contestualmente all’impegno di spesa per un importo complessivo di  178.064,22 euro.  Ho presentato per questo una interrogazione al sindaco. Voglio conoscere le ragioni di questa scelta: il Comune ha disposizione un patrimonio immobiliare inutilizzato che poteva essere sfruttato. Nella zona del centro storico possiede numerosi immobili tra i quali magazzini a piano terra, come, per esempio, palazzo San Rocco, in via Maqueda, o Palazzo Gulì, in corso Vittorio Emanuele, già per altro predisposti per uso ufficio. E di certo 178mila euro avrebbero permesso di fare quelle piccole opere di manutenzione che potevano servire per aprire dei Cit».

Non mancano le critiche da parte dei cittadini. «Sono orrendi – dice Roberta Laudicina, che passa da lì quotidianamente -, sono in netto contrasto con il paesaggio. Ma la Sovrintendenza ai beni culturali ha dato un nulla osta? Non servono dei pareri?». «Pareri di questo tipo sono necessari solo se si tratta piazza Castelnuovo o di  piazza Verdi – spiega Filoramo – ma è chiaro che il Comune dovrebbe richiedere anche una compatibilità paesaggistica, che va fatta in una città come Palermo». Esteticamente vecchi gabbiotti in metallo erano più «pertinenti» al contesto, ma furono sostituiti perché vecchi, sforniti di bagni e di qualunque tipo di collegamento, dalla luce alla linea internet. Non è chiaro, quindi, perché gli immobili di proprietà del Comune non vengano utilizzati. «Evidentemente l’assessore al Patrimonio (Luciano Abbonato, ndr) ha altri progetti per questi luoghi – continua il consigliere del Pd – altrimenti non si spiega perché, nonostante le richieste di privati, non vengano mai concessi. Ho sentito parlare di un Museo della Vespa da realizzare al San Rocco. Mi chiedo – conclude – perché non privilegiare prima le esigenze della città? Ci sono imprenditori che hanno fatto richiesta per quei magazzini, ma non hanno avuto risposte». 

Marta Genova

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