In centro i Caffè concerto senza i concerti «Il Comune non sa che turismo incentivare»

L’apertura ufficiale della stagione estiva dei concerti all’esterno di pub e locali del centro di Catania era stata fissata per giorno 7 giugno. Numerose erano state le polemiche di esercenti e associazioni di categoria in merito al ritardo sulla data di inizio rispetto all’anno precedente, che aveva visto l’avvio dei primi live già nel mese di maggio. Degli ex caffè concerto però, dopo più di un mese dalla data inaugurale, non c’è nemmeno l’ombra e il dubbio che di fatto non siano mai partiti diventa una certezza parlando con gli addetti ai lavori. «Se i concerti estivi fuori dai locali notturni non ci sono è una scelta personale e imprenditoriale di esclusiva responsabilità degli esercenti», spiega a CTzen il presidente Fipe-Confcommercio Dario Pistorio, che non scende nei particolari che hanno indotto i titolari dei pub nel cuore della movida catanese a rinunciare agli spettacoli musicali all’esterno dei loro locali.

Per spiegare le ragioni alla base di questa decisione interviene il titolare di un locale notturno del centro cittadino, che preferisce rimanere anonimo. Tra la rabbia nei confronti «della cittadinanza che non percepisce i pub come la fonte di guadagno di un commerciante, ma solo come un luogo di evasione e divertimento e – racconta – la delusione per l’operato dell’amministrazione comunale che è confusa e non sa quale tipologia di turismo incentivare», si trovano anche delle motivazioni concrete al problema. Ma le ragioni dell’imprenditore sono di diversa natura e non hanno un tono conciliante o un intento propositivo.

Tutto è messo in discussione, nonostante il nuovo regolamento dei concerti estivi all’aperto di pub e locali sembrava avere sciolto alcuni nodi e fatto qualche concessione in più rispetto agli anni precedenti, come ad esempio l’amplificazione vocale. I problemi per la categoria invece sembrano riguardare innanzitutto proprio il divieto di amplificazione per gli strumenti musicali, e poi la presenza di concorrenza sleale nella vendita di alcolici e l’assenza di collaborazione tra gli esercenti stessi che lavorano l’uno di fianco all’altro. Ai quali si aggiunge la percezione del centro cittadino come di un’area poco sicura e controllata. «Se organizzassi un concerto fuori dal mio locale dove i cocktail hanno un costo di cinque euro, sapete cosa farebbe la gente?», s’interroga retoricamente il commerciante. E retorica è anche la risposta che trova. «Comprerebbe da bere nel pub di fianco al mio a due euro e cinquanta e poi ascolterebbe beata il concerto per il quale io ho speso centinaia di euro e ne ho guadagnato solo una manciata», spiega.

Il problema della concorrenza sleale dovuta alla vendita a basso costo di prodotti alcolici non è il solo motivo che dà un freno all’inizio della stagione dei caffè concerto. «La presunzione di voler fare di Catania una città turistica si scontra con le limitazioni imposte a chi lavora all’interno della movida», racconta l’imprenditore. Il riferimento è al divieto di amplificazione acustica per strumenti musicali e percussioni, all’assenza di parcheggi regolamentari e alla conseguente proliferazione di parcheggiatori abusivi. A cui si aggiunge l’impossibilità di sistemare fuori dal locale i tavolini prima delle ore 20, cosa che preclude la clientela straniera che ha l’abitudine di cenare prima delle 19. «Se non si sciolgono questi nodi a monte, è inutile parlare di caffè concerto. Anzi questo è proprio l’ultimo dei problemi che ha uno che fa il mio lavoro a Catania», conclude il gestore dell’attività.

Antonio Monforte, cantautore catanese con una lunga esperienza di live, scherza: «Caffè concerto? Piuttosto li chiamerei tavolini sul marciapiedi con i motorini che sfrecciano accanto alle sedie». E aggunge: «Il livello di cultura musicale a Catania è alto ma è spesso penalizzato dal contesto e dalle abitudini dei catanesi: è chiaro che se si arriva in centro a mezzanotte e i musicisti possono suonare fino a quell’ora o poco più, qualcosa non funziona: il gestore del pub non ha interesse a organizzare un live e una band deve iniziare un concerto senza pubblico».

Cassandra Di Giacomo

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