In Aula la manovra ‘a tempo determinato’. Cordaro: “Sugli Ex Pip il Governo è assurdo”. Assenza: “Faraone è il nuovo Mosè”

E’cominciato, a Sala d’Ercole, il cammino della mini-manovra finanziaria da 132 milioni di euro, che ormai i deputati chiamano  “la manovra a tempo determinato”. Secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, oggi si prevede solo la discussione generale sul disegno di legge, mentre domani l’Aula procederà con l’articolato. Dalla manovra, a quanto pare, scompare il mutuo da 100 milioni per finanziare i comuni; almeno per ora. Dovrebbe essere reinserito “all’interno della manovra bis in modo ben strutturato” ha detto l’assessore all’Economia, Roberto Agnello.

I deputati quindi, mentre scriviamo, stanno facendo le loro dichiarazioni.

Toto Cordaro, capogruppo del PID-Cantiere Popolare, ad esempio,  si è soffermato sulla questione ex PIP, sottolineando un aspetto curioso: “Non mi sono mai occupato della questione ex Pip, e d’altronde in questa Aula hanno già padrini e mentori. Ma non posso non  constatare l’ennesima assurdità in merito. Come sappiamo- dice il deputato- Emergenza Palermo, ovvero gli ex Pip, nasceva come progetto volto a reintegrare socialmente gli ex detenuti. Ora il Governo dice che vuole licenziarli perché sono stati in carcere. Abbiamo perso la ragione? Ma di che stiamo parlando? Giusto licenziarli se sono tornati a delinquere, ma perseguirli perché appartengono a quella categoria prevista da quel progetto, è assurdo”.

Parlando dell’approvazione della manovra bis, Cordaro ha dichiarato la volontà del suo gruppo di approvare solo le norme che riguardano il pagamento degli stipendi, inclusi quelli dei forestali: “Non consentiremo al Governo di distribuire prebende”. O meglio: “Impediremo il voto di scambio”.

Una botta anche  a Davide Faraone e al Pd: “Qualche Solone viene a dirci come dovremmo fare funzionare quest’Aula. Un decalogo?- dice riferendosi a quello suggerito da Faraone- Voremmo che Renzi trovasse nel Governo regionale un interlocutore credibile, perché, ad esempio, la compartecipazione alla spesa sanitaria della Sicilia, unica in Italia, è ancora al 49% e il ritorno non è stato quello atteso”.

Quando, infatti, il Governo Prodi decise di alzare la quota di compartecipazione dal 42 al 49%, lo fece sulla base di una accordo, secondo il quale, a titolo risarcitorio, alla Sicilia sarebbe andata una parte delle accise sui carburanti.

Così non è stato.

“E tempo di fare valere le ragioni giuste della Sicilia a Roma” ha ribadito Cordaro. Così, magari,  si potrebbe evitare di continuare a contrarre mutui da fare pagare ai siciliani.

Sul decalogo di Davide Faraone si sofferma pure Giorgio Assenza (Forza Italia: “Oggi abbiamo un nuovo Mose’, quel Davide Faraone che si permette di lanciare un ‘decalogo’ che, pero’, non riguarda se stesso e il suo partito. E invece si siede a tavolino per prebende e spartizioni varie. E per creare maggioranze che non sono state scelte dagli elettori”.

Ars, Formica: “Dubbi sulla copertura della manovra bis”. Cappello: “Metodo della carota elettorale”

Antonella Sferrazza

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