«Presidente, non le consento di dire “Chi?” quando nomina un consigliere. La avverto per la prima e ultima volta: bisogna avere rispetto. Vergogna». Urla Nello Musumeci. E Marco Consoli, presidente del consiglio comunale di Catania, risponde: «Aspetto le sue scuse formali». Il capogruppo de La Destra ha perso la pazienza nel giorno in cui in consiglio si vota il regolamento dell’Imposta comunale unica (Imu) e delle relative tariffe. Una seduta, ieri sera, di prosecuzione di quella del giorno precedente, e come quella disertata dalla maggioranza dei consiglieri e rinviata per mancanza del numero legale dopo appena venti minuti. L’ira dell’ex presidente della provincia di Catania è scatenata dall’appello dei consiglieri, in cui Consoli ha spesso esclamato a gran voce «Chi?», a sottolineare di non aver capito un particolare nome. Un atteggiamento apertamente provocatorio per Musumeci, ma alle accuse di mancanza di rispetto Consoli risponde a tono: «Consigliere, si deve vergognare chi minaccia il presidente del consiglio comunale».
«Lunedì prossimo il consiglio si riunirà un’altra volta per la votazione sull’Imu, sperando che la maggioranza questa volta si presenti» riferisce Manfredi Zammataro, anche lui consigliere de La Destra. Il gruppo consiliare tiene infatti particolarmente al tema dell’imposta sugli immobili, per il quale ha pronto un emendamento: applicare le tariffe minime per tutte le prime case, su fabbricati rurali e negozi nel centro storico. I continui rinvii del consiglio potrebbero invece portare all’applicazione della proposta dell’amministrazione comunale, ritenuta «necessaria» per le casse dell’ente dall’assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi. Si prevede l’aliquota minima al quattro per mille per le case popolari e al sei per mille per i normali alloggi di classe A2 e A3, rispettivamente il doppio e il triplo del minimo consentito per legge, lo 0,2 per cento. Ma lo scontro in aula tra Consoli e il solitamente composto Musumeci non avrebbe niente a che vedere con la differenza di vedute sul tema. E sarebbe invece da riferirsi «alla condotta della seduta da parte del presidente Consoli», conferma Zammataro. Che non nasconde il problema di una «maggioranza consiliare sempre assente». Un assenteismo che, nelle ultime sedute, è stato evidenziato dalle richieste di voto esplicito con appello. Ieri è stata Valeria Sudano, capogruppo del Pid, a richiederlo al presidente Marco Consoli, consigliere Mpa, che ha proceduto due volte all’appello secondo regolamento. «Vedremo quali saranno le conseguenze di questo in altre sedi» dichiara pubblicamente Consoli in aula rivolto a Musumeci. In attesa di sviluppi sulla vicenda, lunedì 6 agosto l’Imu tornerà in aula.
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