Imposta soggiorno, aumento B&b e case vacanze Contrario M5s: «Così colpiscono le piccole realtà»

Nero su bianco, con una delle tante ordinanze di fine anno, il Comune di Palermo fa un’ammissione. C’è la «necessità di reperire nuove e ulteriori entrate proprie» per affrontare le «maggiori spese correlate» ai due appuntamenti culturali e turistici più importanti del 2018: Manifesta e Capitale della Cultura. Per questo motivo la giunta Orlando ha approvato, il 28 dicembre, un aumento della tariffa unica dell’imposto di soggiorno – vale a dire la tassa, a carico del singolo turista, che va ad alloggiare nelle strutture ricettive di località turistiche o città d’arte. Un euro e 50 centesimi per tutte le strutture extralberghiere, vale a dire soprattutto bed & breakfast e case vacanze

Vengono così modificate le precedenti tariffe, stabilite con la deliberazione del consiglio comunale ad aprile 2014, quando fu introdotto l’apposito regolamento comunale. Dal primo gennaio ci sarà un’unica quota di un euro e 50 centesimi per le strutture extralberghiere, che fino ad ora avevano avuto diversi regimi a seconda delle loro caratteristiche: le case per le ferie, gli affittacamere e i b&b a due stelle passano da un euro a un euro a 50; gli ostelli campeggi e i b&b a una stella da 50 cent a tre volte tanto; per i b&b a tre stelle, i residence e le locazioni brevi i prezzi rimangono invariati.

«Restano invariate, invece, le tariffe per le strutture alberghiere e per le residenze turistiche alberghiere – fanno sapere da Palazzo delle Aquile -. Tale modifica, che semplifica l’applicazione delle tariffe per le strutture extra-alberghiere, renderà possibile la stipula di un accordo con Airbnb, il noto portale di gestione online di affitti brevi da parte di privati, per il quale si sta già lavorando a cura degli uffici competenti dell’Amministrazione. Tale accordo, si legge nella delibera di giunta, in virtù del fatto che sono diverse centinaia le strutture registrate al portale, potrà portare a un incremento del gettito annuo dell’imposta pari a circa 700 mila euro annui».

«Si tratta di un provvedimento – afferma il sindaco Leoluca Orlando – frutto di un lungo lavoro di confronto e dialogo con gli operatori del settore e che permetterà, da un lato, di dare maggiore regolamentazione ad un settore, quello turistico, in continua espansione e che genera sempre più economia nella nostra città e, dall’altro, permetterà di aumentare le entrate, trasformando ancora di più i flussi turistici in opportunità di sviluppo, crescita e investimenti per tutta la nostra comunità. Un fatto questo ancora più importante nell’anno in cui Palermo sarà Capitale della Cultura e ospiterà Manifesta».

Sulla scelta dell’amministrazione il M5s rimane critico. «Così si colpiscono le piccole realtà» è il commento a caldo del consigliere pentastellato Ugo Forello. «Anche noi durante la campagna elettorale avevamo proposto di aumentare la tassa di soggiorno – ricorda l’ex candidato sindaco – ma siamo di fronte a una questione che va attentamente valutata». Appena una settimana fa (precisamente il 22 dicembre), proprio il gruppo consiliare del Movimento di Beppe Grillo ha proposto una «revisione del regolamento comunale sull’imposta di soggiorno». Nella mozione si sollevano alcuni punti poco chiari, anomalie, sviste ed errori di sintassi. Soprattutto si punta il dito sulla scelta di utilizzare gli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno per «il finanziamento delle attività delle associazioni culturali e il finanziamento di feste di quartiere», invece di «garantire servizi turistici adeguati ai soggetti che pagano l’imposta» (come d’altra parte prevedono le leggi nazionali …nda). 

«Prima di deliberare l’aumento a nostro avviso doveva essere modificato il regolamento – aggiunge Forello – per renderlo più completo e più fluido. Invece se si va a vedere ben l’86 per cento delle entrate sulla tassa di soggiorno vengono impiegate in non meglio precisate “attività ricreative e culturali”. Noi ovviamente siamo favorevoli a feste ed eventi, ma debbono avere capitoli di bilancio ad hoc. Mentre la tassa di soggiorno deve prevedere un diretto reimpiego».

Andrea Turco

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