Imap, presentata l’app della Palermo interculturale Ciulla: «Ponte per comunicare con amministrazioni»

Presentata questa mattina presso le ex scuderie di palazzo Cefalà Imap – Intercultural map of your cityl’app per smartphone delle mappe interculturali della nostra città. Il progetto, promosso dal Ceipes e finanziato dall’associazione egiziana Anna Lindh, è scaricabile gratuitamente e facile da utilizzare. Attraverso dei filtri sarà possibile restringere il campo della propria ricerca per settore e comunità straniere d’interesse. «Oggi è la Giornata internazionale dei diritti umani, è il momento perfetto per accogliere un progetto così», dice Agnese Ciulla, assessora alla Cittadinanza sociale e alle politiche giovanili. «Uno strumento che nasce dai giovani, ma che potrebbe diventare un ponte perfetto di comunicazione con le amministrazioni. Questa app è il risultato della nostra voglia di conoscenza – continua l’assessora – È da questa che viene fuori il necessario cambiamento mentale».

«Tutto quello che verrà, da questa app in poi, dipenderà dai cittadini stessi che ne usufruiranno», spiega anche Irene Capozzi, volontaria del Ceipes. Sì, perché Imap è stata pensata per essere uno strumento messo direttamente nelle mani di cittadini e turisti, che da oggi potranno a loro volta arricchire il database interattivo aggiungendo informazioni e dati sulle circa 70 comunità straniere di Palermo. Eppure, malgrado la bellezza e l’importanza del progetto presentato questa mattina e in una giornata tanto simbolica, la partecipazione dei palermitani è davvero scarsa. Pochi, infatti, sono accorsi alla presentazione nella sala di via Alloro. Si spera che l’interesse aumenti per i tour interculturali di questo pomeriggio, primo concreto riscontro con le mappe sviluppate per realizzate l’app.

«Abbiamo mappato tutti i luoghi che si collegano alle comunità straniere palermitane – prosegue Irene – Ma abbiamo guardato anche alle associazioni presenti sul territorio, per concretizzare il più possibile l’idea necessaria del fare rete». Associazioni che infatti sono direttamente coinvolte nel progetto. Cinque in tutto quelle che hanno aderito al partenariato: Uniamoci onlus, Euro, Eva, Come una marea onlus e Informagiovani Palermo. Per tutte un obiettivo comune, quello di creare percorsi formativi alternativi, che permetteranno di aumentare gli scambi fra cittadini di origini diverse e godere di un continuo arricchimento culturale. «Sarebbe bello che anche altre città guardassero a questo progetto – dice una volontaria – questo potrebbe essere un punto di partenza verso nuovi e più grandi orizzonti».

Silvia Buffa

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