Il Vittorio Emanuele «diventerà un polo museale» L’annuncio di Musumeci mette da parte il campus

«Il grande ospedale storico Vittorio Emanuele diventerà un polo museale attrezzato. Sarei propenso per dargli questa destinazione. Confidiamo di arrivare presto a una linea condivisa con il rettore». Così ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, parlando a Palazzo d’Orleans durante la cerimonia di auguri per le feste alla stampa. Ha chiuso dopo oltre un secolo il pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di via Plebiscito, contestualmente all’apertura del pronto soccorso del Policlinico in via Santa Sofia dello scorso 18 novembre. Con le dichiarazioni di oggi di Musumeci è la prima volta che si fa riferimento a una soluzione simile «un polo museale attrezzato» per la struttura etnea che l’ente regionale era, infatti, orientato a destinare alla conversione in campus universitario

L’idea di sistemarci mensa, alloggi, aule studio, palestra, biblioteca e altri punti di aggregazione in grado di offrire servizi per gli studenti era stata lanciata già nel 2013 dall’allora candidato sindaco di Catania, Enzo Bianco. Il tutto da realizzare in project financing con la collaborazione dei privati nell’area di circa 330mila metri quadrati. C’era già anche il nome: Montevergine, preso in prestito dalla collina su cui sorge. Da quel momento in poi, le cose erano un po’ cambiate e agli annunci della campagna elettorale si erano sostituite le concertazioni con tutti gli attori in gioco: l’università di Catania e l’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio.

«È la prima volta che sento parlare di questo progetto del polo museale», dichiara a MeridioNews Alessandro Cappellani, presidente dell’Ersu di Catania. «Apprendo di questa idea di Musumeci e, devo dire, mi risulta del tutto nuova: oltre che con l’ex sindaco Enzo Bianco, dell’idea del campus, condivisa, ho parlato anche con il nuovo sindaco Salvo Pogliese e non si era parlato di destinazioni diverse». C’è però da dire che il Vittorio Emanuele «è una struttura enorme – continua Cappellani – e credo che sia possibile pensare a due soluzioni che non si escludano l’un l’altra». Cioè destinare un’ala dell’ospedale agli studenti dell’ateneo catanese e un’altra ala alla libera fruzione dei cittadini tramite un museo. «Penso anche che sia una bella cosa, tutto sommato, visto il pregio dell’immobile – conclude il presidente – Non c’è motivo per cui non se ne possa discutere».

Luisa Santangelo

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