Il tribunale civile di Catania ha rigettato il ricorso cautelare presentato dai legali di Salvo Pogliese contro la prefettura e il ministero dell’Interno sul provvedimento che lo ha sospeso per 18 mesi dall’incarico di sindaco del capoluogo etneo in applicazione della legge Severino. Al centro del procedimento l’applicazione della sospensione e, in particolare, l’interruzione o meno del decorso dei 18 mesi, bloccati dopo un primo ricorso da parte del primo cittadino. La linea seguita dai legali di Pogliese è quella di un provvedimento cautelare con un inizio e una fine, e quindi già terminato. Per la prefettura di Catania invece la durata della sospensione può essere congelata, per poi ripartire dall’interruzione. Rendendola così attualmente valida.
Pogliese è stato condannato il 23 luglio 2020 dal Tribunale di Palermo per peculato a 4 anni e 3 mesi di reclusione nel processo su rimborsi all’Ars come vicepresidente del gruppo del Pdl. Il processo d’appello comincerà il prossimo 9 giugno. In base alla legge Severino, dopo la condanna era stato sospeso dalla prefettura per 18 mesi, ma era tornato in carica il 5 dicembre del 2020 a seguito del ricorso dei suoi legali al Tribunale civile e di un passaggio in Corte Costituzionale sull’applicabilità della stessa legge. Quando i giudici romani hanno dichiarato «non fondate le questioni di legittimità» arrivate da Catania, il 24 gennaio di quest’anno la prefettura ha fatto notificare il provvedimento di ripristino della sospensione, ancora in corso.
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