Il sito archeologico di Eloro diventa realtà virtuale in 3D «Un modo per portare l’antica città a casa delle persone»

L’intera città arcaica di Eloro, fondata dai siracusani alla fine dell’ottavo secolo avanti Cristo, adesso è visitabile con modelli 3D ad alta risoluzione. Antico e moderno si incontrano attraverso la realtà virtuale immersiva. «Il sito archeologico è chiuso al pubblico e, non essendo visitabile, rischia di cadere nell’oblio. Questo nostro lavoro di documentazione digitale può contribuire a salvarlo». A spiegare a MeridioNews il progetto che vede al centro l’area archeologica, che si affaccia sul mare a meno di dieci chilometri da Noto, è l’archeologo e docente di archeologia digitale Davide Tanasi che è anche il direttore dell’Institute for digital exploration dell’University of South Florida (negli Stati Uniti) che ha sottoscritto una convenzione con il Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. «Si tratta di un’intera città che si estende per oltre 14 ettari – spiega Tanasi al nostro giornale – ma di cui si conosce molto poco. Gli scavi sono stati effettuati solo tra gli anni ’20 e gli anni ’80. Poi più nulla». Fino a ora, quando un gruppo di 15 studiosi – italiani, americani e tedeschi – è tornato a lavorare sulla prima sub-colonia siracusana per portare alla luce i resti antichi con tecniche moderne. 

Mappature con i droni, modelli 3D in altissima risoluzione, analisi spaziali all’avanguardia, sistemi di telerilevamento e prospezione geofisica per studiare la fase ellenistica della città greca di Eloro. Strumenti che oggi permettono a tutti di visitare il sito tramite un’innovativa esperienza di realtà virtuale immersiva. «Abbiamo iniziato a mappare tutte le strutture presenti nel sito – ricostruisce l’archeologo – dopo averle liberate dalla giungla di arbusti che le rendeva invisibili». Una mappatura fatta poi dal cielo, con l’utilizzo di sistemi di telerilevamento e di droni, che permette di conoscere la composizione della città arcaica senza effettuare scavi. «Con la prospezione geofisica (una tecnica di indagine non distruttiva del sottosuolo che misura con apparecchi che sono in grado di rivelare la struttura del terreno e la presenza di oggetti sepolti, ndr) abbiamo usato un radar – rivela Tanasi – per mappare una vasta area della parte centrale del sito che non era mai stato indagato». Così, sono emerse case, strade e isolati. Tutto senza toccare nemmeno una zolla di terra. Almeno per il momento, visto che «sono anche conoscenze preliminari per pianificare gli scavi futuri. Gli ultimi effettuati, che risalgono a circa cinquanta anni fa – sottolinea l’esperto – hanno interessato soltanto l’area sacra». Dal tempio di Demetra al santuario di Asclepio, dal teatro greco (con un migliaio di posti a sedere) alla fortificazioni e all’agorà. «Anche noi ci siamo concentrati sul cuore della città, sulla piazza principale – spiega Tanasi – attorno alla quale si era sviluppato un quartiere molto vasto, con edifici anche di valenza politica e sociale a più piani e tagliato da una strada greca che collegava Siracusa a Eloro, via Elorina». 

Con l’uso di un radar è stato possibile analizzare anche la parte sepolta della città. Tecnologie di digitalizzazione combinate a studi topografici e architettonici hanno permesso di produrre cartografie tecniche riviste e corrette evidenziando le principali fasi di sviluppo del sito archeologico. «I modelli in 3D ad alta risoluzione che abbiamo realizzato, sono la base per la ricostruzione in 3D che ci permetterà di fare un lavoro architettonico per mostrare come la città di Eloro si presentava all’epoca dei greci e anche di monitorare le loro condizioni. Un modo – aggiunge Tanasi – per saldare il conto scientifico con il passato prima di andare avanti con nuovi scavi più precisi». Un lavoro che ha riportato alla luce i mosaici della villa del Tellaro – riposizionandoli nella stanza in cui furono ritrovati – e le imponenti architetture in calcare di Eloro. Una nuova modalità per visitare il sito, che al momento non è accessibile, tramite la realtà aumentata. «Speriamo di sollecitare le istituzioni a fare degli investimenti per recuperare l’area e renderla disponibile a tutta la collettività – è l’auspicio dell’archeologo – Nel frattempo sarà possibile fare un’esperienza tramite le tecnologie digitali che sono pienamente inclusive: permettono, infatti, di fare una visita a persone con disabilità o con mobilità ridotta ma anche a chi si trova lontano fisicamente. Insomma – conclude Tanasi – è un modo per portare Eloro direttamente a casa delle persone».

Clicca qui per le visite in realtà virtuale:
Eloro area sacra
Eloro acropoli con annotazioni
Villa del Tellaro mosaici
Villa del Tellaro drone

Marta Silvestre

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