Senegal vince la coppa d’Africa, la comunità etnea festeggia Bandiere, strombazzate, jambè ed euforia in piazza Stesicoro

Un uomo in piedi sul tetto di un’auto sventola la bandiera del Senegal. Attorno c’è un clima di festa. Tante le magliette della nazionale indossate dai tifosi, tra le quali quella di Abdou Diallo, difensore del Senegal e giocatore di club al Paris Saint-Germain. Ballano e cantano tutti. Verde, giallo e rosso sono i colori che spiccano nel tratto di strada alla fine di Corso Sicilia. Un clima di entusiasmo, quello che si respirava ieri in piazza Stesicoro, dove la comunità senegalese stanziata a Catania si è riunita per festeggiare la prima coppa d’Africa della sua storia. Una vittoria, quella ottenuta dai Leoni della Taranga (in lingua madre significa accoglienza e ospitalità), arrivata ieri dopo una partita serrata contro l’Egitto – squadra più titolata nella competizione con all’attivo sette coppe d’Africa – che si è conclusa con uno 0-0, per poi proseguire ai rigori che hanno visto vincere il Senegal 4-2.  

A sentire chi, come Emilio Caja del Sorcio Rosso – lo spazio di mutuo soccorso antisessista e antirazzista di via Opificio 6, nel quartiere di San Berillo, che promuove la partecipazione, l’intercultura, l’autogestione e l’autoproduzione -, la reazione della comunità è stata quasi commovente. «C’è stato un primo momento di euforia generale, tra pianti di gioia e canti, poi ci siamo spostati su via Di Prima e via Reggio – racconta Caja -, e si sono aggiunti anche un paio di giovani catanesi». Mentre la festa va avanti al ritmo di jambè e cori, a frenare l’entusiasmo di «circa sessanta senegalesi», sottolinea Caja, «è arrivata una volante della polizia come a dire fate silenzio – esemplifica Caja -, ma la situazione si è risolta nel giro di pochi minuti molto pacificamente». Così, dopo l’interruzione, i festeggiamenti sono proseguiti in città, fuori dal quartiere. 

«Ci siamo spostati in piazza Stesicoro – racconta ancora Caja – e abbiamo festeggiato fino a mezzanotte e mezza, con tanti passanti che si fermavano interessati, c’erano anche i gambiani e altre comunità». In una giornata di festa in cui hanno partecipato «diverse popolazioni dell’Africa subsahariana, per un momento intergenerazionale molto emozionante, fatto di lacrime di gioia e commozione». Quella che ha provato anche un giovane senegalese. «Abbiamo festeggiato una cosa che non abbiamo mai vinto – spiega a MeridoNews -, è stata una gioia, ci abbiamo creduto fino alla fine». Il giocatore migliore? «Secondo me è stato Sadio Mané – conclude -, lui ha fatto tutto». 

Gabriele Patti

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