Prima il dovere e poi il piacere. Prima la conferenza stampa sul terremoto della notte di Santo Stefano sull’Etna e poi il selfie sorridente con in mano un arancino al ragù. «Non potevo lasciare la splendida Catania, dopo la riunione sul terremoto in prefettura e un’ora di passeggiata in centro in mezzo alla gente, senza provare un arancino al ragù! Che dite, il Pd mi attaccherà?». Il post pubblicato sulla pagina Facebook del vicepresidente del Consiglio si conclude con una emoji che ride con le lacrime. Motivo per cui ad attaccarlo, negli oltre 13.600 commenti, sono in molti.
Quello di pubblicare foto in cui mangia è un leitmotiv del ministro dell’Interno, tanto che l’ironia dei social ha dato vita anche alla pagina Matteo Salvini che mangia cose. Panini, piatti di pasta conditi nei modi più variegati, spiedini giganti e cannolo alla ricotta. L’ultima foto pubblicata è proprio quella con la punta dell’arancino (con il maschile tutto catanese) in bella mostra. Qualcuno parla di «una precisa strategia di comunicazione politica», quella di fotografarsi in un gesto semplice del quotidiano in cui chiunque possa identificarsi. E i cibi non sembrano mai scelti a caso: sono tutti prodotti italiani, spesso tipici o locali in linea con le sue idee politiche conservatrici.
Pacche sulle spalle, strette di mano e una lunga fila di selfie durante la passeggiata lungo via Etnea di Salvini scortato e accompagnato dal questore di Catania Alberto Francini e dal prefetto Claudio Sammartino. Prima di prendere in mano uno dei prodotti da rosticceria più tipico del capoluogo etneo con cui il ministro aveva già avuto un approccio quando era ancora solo segretario della Lega. Nel settembre di due anni fa, infatti, a tenere banco sui social network era stata la foto scattata al tavolo dello storico bar Savia in via Etnea proprio di fronte alla villa Bellini. Un piatto di arancini accanto a un bicchiere di granita al limone. «Attento, ti fa iacitu», lo avevano avvertito allora i catanesi. In quel caso lui, in realtà, aveva mangiato un arancino agli spinaci e bevuto un succo di frutta all’ananas.
Il rapporto con il fritto a punta era stato sancito anche nel novembre del 2017 con quello che è passato alle cronache come il patto dell’arancino. In quel caso, insieme a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, Salvini aveva cenato in una trattoria del centro di Catania quando tre anime del centrodestra erano ancora impegnate in un tira e molla senza fine. A La trattoria del Cavaliere l’arancino era stato, invece, alla ricotta.
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