Non si può certo dire che a Bronte sia il nuovo che avanza. L’ex senatore azzurro Pino Firrarello, alla veneranda età di 81 anni, è tornato a sedere sul trono di primo cittadino che, solo per un lustro, aveva ceduto al sindaco uscente – e adesso già spodestato – Graziano Calanna. «Un grazie particolare agli amici, ma anche a quelli che amici non sono». Camicia bianca a righe blu, giacca sbottonata e occhiali rotondi, seduto a una scrivania con le braccia incrociate, il deus ex machina della politica etnea si rivolge a tutti. E dà appuntamento, dalla sua pagina Facebook, per un comizio di ringraziamento in piazza Spedalieri in cui dire «quattro parole», in attesa di fare poi il discorso serio domenica prossima. «È la coalizione che vince l’elezione. Ma non solo», era stato lo slogan del suo ultimo comizio pre-elettorale con chiaro riferimento alle strategie politiche dell’avversario più temuto. E, in effetti, a guardare indietro, sembra non averci visto troppo male.
Già sindaco della terra del pistacchio dal 2005 al 2015 e con all’attivo quattro legislature consecutive a Roma, Firrarello per questa tornata elettorale si era riaccasato. Ex democristiano, poi berlusconiano, alfaniano, è infine tornato – insieme al genero Giuseppe Castiglione – alla corte di Forza Italia. Così l’81enne ha riconquistato il suo regno (con il 44,76 per cento dei voti) dopo una pausa sabbatica durata appena cinque anni. Non ha funzionato l’esperimento del laboratorio di un centrosinistra allargato che aveva provato a mettere in piedi Calanna (fermo al 34,03 per cento di preferenze). Appoggiato cinque anni fa da Rosario Crocetta e Beppe Lumia, quest’anno sul palco per lui c’era non solo segretario del Pd Anthony Barbagallo ma anche il presidente della commissione regionale Antimafia e leader dei Cento passi per la Sicilia Claudio Fava.
Il quinquennio che si è appena concluso a Bronte è stato anche macchiato dal coinvolgimento del sindaco uscente nell’inchiesta Aetna. Dove Calanna è accusato di istigazione alla corruzione nella vicenda legata al monopolio di Francesco Russo Morosoli sull’Etna. Ipotesi di reato che ha costretto l’ex primo cittadino a passare quasi cento giorni agli arresti domiciliari prima di chiedere e ottenere il processo con giudizio immediato. A provare a scombinare le carte nella polarizzazione tra centrodestra e centrosinistra è stato il Movimento 5 stelle con la candidata Valeria Franco. L’ex consigliera comunale è praticamente non pervenuta nel panorama elettorale brontese, scelta solo dal 3,29 per cento dei votanti. Risultato discreto, invece, per l’altro candidato: l’avvocato e fratello d’arte Giuseppe Gullotta (che ha ottenuto il 17,91 per cento di voti). Cinque anni fa suo fratello Salvatore, dopo avere ricoperto la carica di presidente del Consiglio comunale, aveva corso per la poltrona di sindaco di Bronte con il sostegno e l’appoggio proprio di Pino Firrarello.
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