Il ‘Renzismo’ sta sostituendo la Costituzione italiana del 1948. L’occasione per ripartire con l’Indipendentismo siciliano

L’ARROGANZA DEL GOVERNO NAZIONALE E L’ ‘ASCARISMO’ DELLLA PRESUNTA CLASSE DOMINANTE DELL’ISOLA STANNO DECRETANDO LA FINE DELL’AUTONOMIA. MA CON IL 60% DEI GIOVANI DISOCCUPATI FRA I 15 ED I 24 ANNI, SI STANNO CREANDO LE CONDIZIONI PER RIPRENDERCI IL NOSTRO FUTURO DI SICILIANI LIBERI

da Giuseppe Scianò
leader del Fronte nazionale siciliano
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Mentre la produttività ed il Pil si arretrano, in Sicilia più che in Italia, l’FNS “Sicilia Indipendente” esprime solidarietà a tutti i disoccupati siciliani, giovani e non giovani, molti dei quali sono costretti ad emigrare. Solidarietà anche agli Imprenditori in crisi.

Non è, infatti, accettabile che qui, in Sicilia, il tasso di disoccupazione dei giovani (la cui età va dai 15 ai 24 anni) sia giunta, nel corso del 2013, al 53,8%. E … che nel 2014 sia ulteriormente cresciuta, arrivando al 60%.

Ed è certamente più INTOLLERABILE lo SCANDALO che continui a mancare – nel mondo cosiddetto “politico” siciliano ad ogni livello – quella STRATEGIA SICILIANA PER L’ECONOMIA SICILIANA che potrebbe e dovrebbe valorizzare le potenzialità della SICILIA, le ricchezze naturali e le prospettive, le offerte turistiche, gli ineguagliabili PATRIMONI culturali, ambientali e archeologici. E, soprattutto, le doti di buona volontà, le capacità e la creatività, tipiche del Popolo Siciliano. Nonché la stessa posizione geografica di centralità mediterranea ed intercontinentale del nostro territorio.

La retrocessione economica della Sicilia aumenta – non casualmente – nel momento in cui (e nonostante tutto ciò che sappiamo) a livello internazionale vengono particolarmente apprezzati il “BORN IN SICILY” ed il “MADE IN SICILY”.

Viceversa, la classe politica siciliana (sia di Governo che di Opposizione), in tutt’altre faccende affaccendata, nella quasi totalità, si cimenta, soprattutto, nella corsa al TRASFORMISMO ed all’adeguamento alle affascinanti prospettive di carriera personale, promesse da quello che Gaetano SALVEMINI avrebbe chiamato il “PARTITO MINISTERIALE” e che oggi sarebbe meglio chiamare il “PARTITO RENZIANO”. Senza eccessive preoccupazioni per ciò che accade in Sicilia. Anzi: contrabbandandone, piuttosto,ciò che vi è ancora di contrabbandabile.

VANNO INESORABILMENTE AVANTI, così, i PROGETTI SFASCIA-SICILIA, con la creazione di tante SICILICCHIE e di tanti MUNICIPALISMI e LOCALISMI associati che hanno lo scopo di mettere fuori gioco, non soltanto la dimensione “regionale”, ma anche e soprattutto l’UNICA, VERA, GRANDE SICILIA.

Insomma: la tecnica del “DIVIDE ET IMPERA” e delle GRANDI MANOVRE IN CORSO, sempre più spregiudicate ed arroganti, “puntano” a ricostruire il CENTRALISMO ROMANO e l’EGEMONIA SETTENTRIONALE, sull’esempio e nel solco dei partiti, dei movimenti e dei gruppi di potere ”post-unitari” (REGIME FASCISTA compreso) e precedenti all’entrata in vigore della Costituzione vigente (ancora per poco!).

Nessuna meraviglia: la tecnica del “DIVIDE ET IMPERA” è sempre di moda per rafforzare i vincoli coloniali, sempre di moda in Sicilia… mutatis mutandis.

La parentesi della Costituzione del 1948, pertanto – dopo 66 tormentati anni – sembrerebbe ormai conclusa, come dimostrano, peraltro, le cronache parlamentari, quelle giornalistiche ed anche quelle giudiziarie, e verrà probabilmente sostituita dal “RENZISMO”.

A quanti festeggiano la morte dello Statuto Speciale di Autonomia e la fine della stessa Regione siciliana, vorremmo suggerire di “festeggiare” anche la riapertura della QUESTIONE INDIPENDENTISTA SICILIANA.

Sì, perché la cancellazione, peraltro unilaterale, del “PACTUM” rimette tutto in discussione. Non si trattava, infatti, di un PATTO qualsiasi, ma del PATTO fra i rappresentanti del Popolo Siciliano in armi e lo Stato Italiano. Il PACTUM, cioè, sul quale “poggiavano” la TREGUA, lo Statuto Speciale e la stessa Autonomia Regionale. Un’Autonomia ed uno Statuto, peraltro, malamente gestiti, l’una e l’altro, proprio dalle forze politiche che oggi pontificano sulle divisioni particolaristiche e MUNICIPALISTICHE in Sicilia e sul rilancio del Centralismo Statale e NORD-CENTRICO, ai quali abbiamo accennato.

Ci siano, infine, consentite alcune riflessioni.

Così come è avvenuto nella Storia della Sicilia per MILLENNI, la nostra Isola – la Nazione Siciliana – non potrà mai essere cancellata. L’ASCARISMO DOMINANTE in SICILIA si sta, quindi, vendendo la proverbiale “GATTA NEL SACCO”.

I disoccupati siciliani, la Sicilia produttiva ed il Popolo Siciliano tutto, a loro volta, vanno comprendendo che la classe politica ed i partiti dominanti in Sicilia non hanno meritato, né meritano alcuna delega. Tantomeno la delega a sfasciare la Sicilia.

Ma l’Indipendentismo Siciliano democratico, forte e puro, non resterà certamente ad assistere passivamente allo scempio della Sicilia in atto.

E si schiera a difesa del diritto al lavoro, allo sviluppo, alla produttività, all’avvenire, a fianco dei disoccupati, giovani e non giovani. E a difesa del Diritto della Sicilia di tornare nei Consessi Internazionali dai quali oggi è esclusa.

Non aggiungiamo altro, per il momento.

 

Redazione

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