«In questa città, ormai, sembra di essere invisibili. Le aggressioni avvengono una dietro l’altra senza che si muova foglia. Davanti a tutto questo mi sento impotente, perché di anno in anno va sempre peggio e nessuno sembra voler prendere provvedimenti». A raccontare a MeridioNews lo spiacevole episodio che l’ha vista protagonista è una donna di 39 anni, la cui identità vuole rimanga anonima. La sua testimonianza si aggiunge a quelle delle altre vittime di aggressioni per le strade di Catania di cui si sente parlare sempre più spesso sui social e nelle cronache. I fatti sono accaduti lo scorso mercoledì 1 giugno, la stessa sera dell’aggressione registrata in piazza San Placido – non molto distante da piazza Alcalà – dove è rimasta vittima la danzatrice Valeria Geremia. La 39enne stava passeggiando insieme a un’amica tra piazza Alcalà e la vicina via Lavandaie, quando, nelle vicinanze di una tavola calda, è stata avvicinata da due scooter, ognuno con due ragazzi in sella. All’improvviso, viene colpita alla testa da uno di questi ragazzi. La 39enne racconta quanto subito, dopo aver appreso della storia di Geremia.
«Ero a pochi passi da villa Pacini, nella strada che fa ad angolo col McDonald’s quando questi ragazzini, che potevano avere circa 14 anni – spiega – mi hanno colpita con non so cosa e mi hanno provocato un ematoma con gonfiore alla testa. Mi sono sentita stordita. Credo che – aggiunge – se al mio posto ci fosse stata una persona anziana o più fragile probabilmente parleremmo di conseguenze peggiori. Si potrebbe trattare degli stessi ragazzi che hanno agito in piazza San Placido, dato che è successo la stessa sera e anche in quel caso erano quattro ragazzi sugli scooter». Da quanto raccontato dalla vittima, oltre lei il gruppo ha preso di mira anche un uomo che si trovava a pochi passi. «Lui è stato colpito alla spalla, poi ha visto questi ragazzi disperdersi – continua – Voleva fermarli ma non ci è riuscito. Le persone che si trovavano nelle vicinanze ci hanno dato una mano. Non sono andata in ospedale, ma all’inizio ho pensato che mi avessero spaccato la testa: non è successo per poco, ma ho avuto un forte bruciore, dolori anche al collo. In quel momento tutti quanti erano impauriti e credo che non sia nemmeno una bella cosa per la gente che frequenta il posto assistere a cose del genere».
La donna non ha ancora sporto denuncia ma è intenzionata a farlo, sostenuta anche da qualcuno che ha assistito alla scena. Mentre si valuta se segnalare il fatto alle forze dell’ordine, in lei adesso sono rimasti lo scoramento e la paura. «Adesso, da quel giorno, non mi sento più insicura quando mi trovo da sola in strada – aggiunge – Devo sempre stare al telefono con qualcuno quando mi capita di ritirarmi da sola: sento questa sensazione di insicurezza. Tutto questo per cosa? Per una violenza fine se stessa. Mi chiedo cosa ci sia di divertente in tutto ciò». L’episodio che l’ha vista coinvolta è l’ultimo dopo quello di un anno fa. «L’anno scorso mi trovavo fuori dall’Ostello, (locale del centro storico etneo, ndr) quando dei ragazzi sul motorino hanno lanciato delle bottiglie di birra contro le persone. Le schegge di quelle bottiglie mi hanno causato delle ferite gravi e una lunga convalescenza – conclude – A Catania succedono cose anche peggiori che spesso non vengono raccontate. Non si capisce perché nessuno intervenga in maniera decisa. Per cambiare qualcosa ci deve per forza scappare il morto?».
Soltanto lo scorso mercoledì, dunque, a pochi metri di distanza si sono verificate due aggressioni. Entrambe le vittime parlano di «una città allo sbando». Nel caso di Geremia, la danzatrice si è ritrovata improvvisamente da sola «in una piazza che fino a poco prima era piena di gente – ha descritto – Dopo aver cominciato a piangere, trascorsi cinque minuti, una coppia si è avvicinata e mi ha chiesto timidamente se fosse successo qualcosa». Entrambi i fatti si aggiungono a quelli accaduti poche settimane fa, che nell’ordine hanno visto un ragazzo spintonato e fatto cadere dal monopattino mentre si trovava sulla ciclabile di Ognina. E, in ultimo, una persona in bici colpita alla testa da un ragazzo a bordo di un’auto.
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