Il progetto di un centro polifunzionale per i migranti «L’obiettivo è superare sfruttamento e marginalità»

A Catania, in una struttura comunale che si trova in via Passo Gravina, potrebbe nascere un nuovo centro polifunzionale per la presa in carico dei migranti. «Lì c’è già uno sportello Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) – spiega a MeridioNews l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo – ma, se ci aggiudicassimo il bando della Regione, si arricchirebbe di altri servizi: dall’assistenza sanitaria a quella legale, fino a quella educativa psicologica e anche di mediazione culturale». 

Al bando, che è scaduto pochi giorni fa, «ha partecipato con una manifestazione di interesse un solo raggruppamento formato da diversi soggetti del terzo settoreIl Nodo, Sol.co, Prospettiva, I Girasoli e Iride», aggiunge Lombardo che assicura che il polo sociale integrato «garantirebbe tutti i servizi specifici per i migranti e punterebbe a garantire un’apertura più ampia possibile. Adesso – dice – parteciperemo al bando regionale sperando di aggiudicarcelo perché l’interesse dell’amministrazione è favorire l’integrazione sociale dei migranti regolari». La Regione ha ricevuto circa 1,4 milioni di euro di fondi comunitari per il progetto Su.pr.eme che prevede «il superamento di grave sfruttamento e marginalità degli stranieri regolari». 

In tutta l’Isola sono circa 190mila i migranti regolari, di cui 34.875 nella provincia di Catania. È a loro che è indirizzato il progetto per la presa in carico e l’assistenza che prevede il coinvolgimento di attori e attività pubbliche e private con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità del sistema dei servizi territoriali da quelli sociali a quelli sanitari, da quelli logistici a quelli abitativi e anche di politiche attive del lavoro. «I migranti regolari fanno parte del nostro tessuto sociale – ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche sociali Antonio Scavone – e costituiscono per alcune attività economiche del nostro territorio, in primis l’agricoltura, una forza lavoro non indifferente. Per questo, serve assicurare processi di integrazione e partecipazione attiva alla vita delle comunità dove risiedono».

Il progetto Su.pr.eme della direzione generale Migrazione della Commissione europea punta, infatti, a sviluppare strategie territoriali in grado di offrire servizi utili soprattutto a prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo, promuovendo processi di integrazione sociale e di inserimento nel mercato del lavoro regolare. L’obiettivo finale è il raggiungimento della loro piena autonomia.

Marta Silvestre

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