Nasce formalmente il primo gruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana. A cui seguirà a breve «una grande assemblea regionale del partito alla presenza del nostro leader, Matteo Salvini». L’incontro del commissario del Carroccio Stefano Candiani con i quattro deputati che comporranno il gruppo e con il regista dell’operazione, il parlamentare ragusano Nino Minardo, dà l’ufficialità a quanto si diceva già da alcuni giorni. Sono Orazio Ragusa, Giovanni Bulla, Marianna Caronia e Antonio Catalfamo a rappresentare la Lega all’Ars. L’ultimo, proveniente da Fratelli d’Italia, sarà il capogruppo.
«Da oggi vogliamo essere stimolo al governo regionale con tutta una serie di proposte – dice Candiani – Le priorità sono le infrastrutture e, con esse, i fondi strutturali per dare alla Sicilia, per anni soffocata da inerzia e superficialità, quanto ha diritto di avere. Lavoreremo per dare risposte agli imprenditori agricoli e a tutti i settori legati all’agricoltura e all’economia».
Non certo una Lega di ultradestra, a giudicare dal profilo dei deputati saliti sul carro di Salvini. Il capogruppo Catalfamo, 39enne di Barcellona Pozzo di Gotto, consulente legale ed ex capogruppo di Fratelli d’Italia, è certamente quello più a destra del drappello. Una vita al centro, invece, per Orazio Ragusa, 64enne di Scicli, dipendente del corpo forestale ma in politica dal 1994. È al suo quarto mandato consecutivo come deputato regionale, esperienza iniziata con l’Udc nel 2006, per poi passare a Forza Italia nel 2017. A braccetto col suo conterraneo Minardo, chiude adesso il percorso nella Lega.
Dall’Udc arriva pure Giovanni Bulla, originario di Adrano, che dei centristi è stato fino a pochi mesi fa pure commissario provinciale a Catania. Prima, tra 2008 e 2012, è stato assessore provinciale col Pdl a fianco dell’allora presidente Giuseppe Castiglione. La palermitana Marianna Caronia è alla sua seconda legislatura all’Ars: eletta per la prima volta nel Mpa di Raffaele Lombardo, viene confermata tre anni fa nelle liste di Forza Italia. Su di lei pende una richiesta di rinvio a giudizio nell’inchiesta Mare Monstrum, sul giro di mazzette che gli imprenditori trapanesi Vittorio ed Ettore Morace avrebbero fatto arrivare a politici e funzionari per ottenere bandi su misura nei collegamenti marittimi verso le isole minori.
«È certamente un momento di grande soddisfazione – sottolinea il coordinatore Candiani – e questo risultato è il frutto di un lavoro fattivo e sinergico con Nino Minardo, che ha avuto il ruolo cardine in questa fase di sviluppo della Lega nell’Isola che ci ha portato a raggiungere un considerevole obiettivo, rafforzando l’azione politica del centrodestra in Sicilia». A parte le infrastrutture, il braccio destro di Salvini in Sicilia indica altre battaglie: «Autonomia differenziata, continuità territoriale e sburocratizzazione».
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