E’ un tema molto dibattuto in Italia, sul quale però i partiti politici non hanno mai trovato un accordo. Parliamo della legalizzazione delle droghe leggere non solo per smetterla di criminalizzare chi ne fa uso, ma anche per sottrarre questo business alle mafie. Per colpirle lì dove hanno cuore: nel portafoglio.
La questione è stata rilanciata dal Procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, che durante la conferenza stampa sull’operazione ‘Horus’ che stamattina ha portato all’arresto di 30 spacciatori del quartiere Zisa di Palermo ha giustamente osservato: “Il mercato delle droghe leggere e’ talmente fiorente che se fossero legalizzate si darebbe un duro colpo all’economia delle organizzazioni criminali”.
Una posizione da cui ha preso le distanze il Procuratore capo, Francesco Messineo, che per il ruolo che riveste, preferisce non sbilanciarsi: “Questa e’ la posizione dell’aggiunto e non della Procura”, ha sottolineato.
La questione è destinata a rimanere irrisolta in questa Italietta prigioniera dei bigotti ipocriti e degli affaristi ai quali magari non interessa neanche colpire al cuore le organizzazioni criminali.
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