È già la discarica più grande della Sicilia, ma potrebbe diventarlo ancora di più. A Lentini la famiglia Leonardi, titolare della Sicula Trasporti, ha in progetto di trasformare altri 262mila metri quadri (per avere un’idea, un’area grande 37 volte il campo dello stadio Massimino di Catania) da agricoli a cimitero di rifiuti. E allungare così la vita dell’impianto di sei anni: verrebbero abbancate altre 4,5 milioni di tonnellate di munnizza, raddoppiando in sostanza la capacità attuale.
È l’ultimo progetto della potente famiglia di imprenditori catanesi arrivato sul tavolo della Regione Siciliana e, da qualche giorno, anche al Comune di Lentini, in cui ricade interamente l’area. L’ente locale ha però già detto con forza no. «Si tratterebbe del quarto ampliamento della già enorme discarica – si legge nella delibera di giunta che boccia il piano – Non può essere ritenuto compatibile con l’ambiente in quanto inevitabilmente determina un incremento esponenziale del danno ambientale già presente sul territorio, martoriato oltremodo dalla presenza di tumori».
(In rosso la discarica esistente, in arancione l’area interessata dal nuovo ampliamento)
Dal 2011 al 2018 l’impianto ha avuto tre ampliamenti. L’ultimo a firma dell’attuale direttore generale del Dipartimento rifiuti Salvo Cocina. La quarta richiesta interessa terreni destinati a uso agricolo, secondo l’attuale piano regolatore generale del Comune di Lentini, e in area di interesse archeologico. Costituirebbe dunque una variante allo strumento urbanistico che l’amministrazione guidata dal sindaco Saverio Bosco non intende affatto concedere. Il centro abitato dista circa sette chilometri dall’area di progetto, ma esistono zone residenziali, con oltre 50 abitazioni, ad appena 110 metri. Senza considerare – precisa l’amministrazione – «l’elevata concentrazione nel territorio di altre discariche in esercizio o esaurite». In contrada Armicci, per esempio, c’è già un’altra discarica ormai esaurita ma mai bonificata ed è in itinere un altro progetto per un altro sito che dovrebbe accogliere rifiuti speciali, contro cui si stanno battendo cittadini e attivisti.
Attualmente nella discarica della Sicula Trasporti a Grotte San Giorgio arrivano ogni mese 58mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, 700mila all’anno. A questo ritmo l’ampliamento concesso nel 2018 fra tre anni sarà già consumato. E in una Regione in cui la differenziata sì cresce, ma a ritmi non sufficienti per rendere le discariche un ricordo, la chiusura dell’impianto dei Leonardi creerebbe il caos. Ed è proprio sui ritardi del pubblico che il privato punta. La Sicula lo scrive chiaramente nella relazione tecnica del nuovo progetto, affidata alla società palermitana Owac Engineering Company. «Attualmente – si legge – la Regione, pur disponendo della proposta di piano regionale di gestione dei rifiuti in Sicilia, presentato con nota del 17/12/2018, è in grave difficolta nel disporre dei necessari volumi di abbancamento derivanti dagli scarti uscenti dal via via crescente assetto impiantistico. Lo stesso non risulta efficace sia nell’ambito del trattamento dell’organico (vedi livelli medi di scarti prodotti 20-30% per tonnellate di rifiuto trattato) né nell’ambito dei livelli di recupero effettuati negli impianti di tritovagliatura. Tali carenze sono dettate da una gestione globale che presenta diverse criticità che causa delle necessita impellenti di discariche». D’altronde la famiglia di imprenditori catanesi – attivissima anche nel settore immobiliare – guarda pure avanti e vorrebbe costruire anche il primo inceneritore dell’isola a Catania.
«Sarà un’area per conferire rifiuti dalle proporzioni gigantesche – attaccano i deputati regionali del Movimento 5 stelle Giorgio Pasqua, Giampiero Trizzino e Stefano Zito in merito al nuovo ampliamento – una bomba ecologica addossata ad aree residenziali e balneari, a zone di protezione speciale e corridoi ecologici e in un comprensorio, quello della Sicilia orientale, già saturo di siti del genere. Purtroppo – continuano – questo avviene per via della interminabile emergenza, perché mancano politiche efficienti per il settore dei rifiuti e mancano gli impianti pubblici. Così, gli attivissimi privati operano di fronte all’inerzia della Regione che, dopo mesi di vuoti proclami, non si è ancora dotata di un piano di gestione dei rifiuti operativo a tutti gli effetti. Da parte nostra – concludono – netta opposizione al progetto: nessun ampliamento della discarica dovrà essere consentito. Piuttosto, è urgentissimo portare in aula il piano rifiuti, unico strumento per dare regole certe a un settore che – concludono – resta un far west per i siciliani e una prateria per il business dei privati».
(Planimetria del progetto: tratteggiato in rosso il perimetro della discarica esistente, in blu l’area interessata dal nuovo ampliamento)
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