Il Pd, la questione morale e i “Professionisti dell’antimafia 2.0”

Davide Faraone, deputato nazionale del Pd dei ‘renziani’ ha sorpreso tutti con il suo post su Facebook. Una denuncia chiara e coraggiosa. Coraggiosa non tanto perché  rivela cose nuove, ma perché si assume la responsabilità politica di dire apertamente certe cose che in Sicilia ufficialmente non dice nessuno. La questione è spinossima e già era stata affrontata magistralmente da Leonarda Sciascia: quella dei professionisti dell’antimafia.

Gente scaltra, che dopo essersi auto-concessa la patente della legalità, la usa per fare ciò che vuole, anche qualche passeggiata  nelle zone più grigie dell’Economia e degli affari più spregiudicati; e per tacciare di ‘mafiosità’ chi non è della stessa lobby. Sappiamo che sull’Isola abbondano e che comandano.

Secondo alcuni giornali l’identikit del post di Faraone risponde al nome del Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, perché arriva dopo giorni di polemiche tra Pd e il leader del Megafono. Secondo noi, è così solo in parte, lo è indirettamente.

Il riferimento ci sembra più vicino a Confindustria Sicilia che comunque governa attraverso un assessore regionale (ovviamente alle Attività produttive, che ormai  da anni è ‘cosa loro’) e il cui leader, Antonello Montante, secondo  molti osservatori, detta l’agenda(economica) a Crocetta. Che vedi caso, in questi giorni, tra mille emergenze che stanno mettendo in ginocchio la Sicilia, si sta concentrando sul rilancio dell’Ast (Azienda siciliana Trasporti) cercando addirittura di portarla nell’affare dei trasporti aerei (ipotesi bocciata dal presidente dell’Enac, Vito Riggio). Tutto questa cura per questa azienda ha qualcosa a che fare col fatto che l’unico socio privato risponde al nome di Antonello Montante? Qual è l’obiettivo? La privatizzazione? Lo scorporo di qualche ramo d’azienda? Chiaro che Montante godrebbe del diritto di prelazione.

Gli esempi sono tanti: la questione dei rifiuti, le nomine all’Irfis, la questione Irsap e via dicendo. Dietro la bandiera dell’antimafia questi signori (che non sappiamo come si siano guadagnati l’appellativo di industriali) dettano condizioni e nomi. E, nessuno, neanche la maggior parte dell’informazione (dobbiamo per forza escluderci, abbiamo denunciato più volte l’eccessiva vicinanza di Confindustria Sicilia alle stanze dei bottoni, ndr) , come fa notare Faraone, è attento a certe coincidenze, che poi coincidenze non sono.  

Leggiamo cosa scrive Faraone:

“Ahimè non esiste una sola questione morale nel Pd siciliano, ma due. 
La prima, la più scontata, è quella di cui si è parlato tanto sui giornali, poco, molto poco nel partito, a dire il vero. Tuttavia, i problemi, soprattutto quando sono grandi, si affrontano. Lasciarli lì a marcire, non porta alcun beneficio, anzi. Già qualche mese fa il Pd escluse dalle liste due autorevoli dirigenti perché definiti “impresentabili”. Il forcing della campagna elettorale non consentì una riflessione. Sarebbe stato naturale tornare a discuterne subito dopo. Il fatto era grave, il corpo del partito, ma soprattutto gli esclusi, meritavano spiegazioni. Silenzio.
Qualche mese dopo scoppiò il “caso Giacchetto” imprenditore nel campo della pubblicità e della comunicazione, accusato di numerosi reati che vanno dall’associazione per delinquere, alla corruzione, all’evasione fiscale. Vengono coinvolti numerosi politici, anche lì silenzio.Infine gli scandali sulla formazione che coinvolgono numerosi politici accusati di peculato e truffa. Se ne parla? Ma anche no. Parlarne, trovare i luoghi di una seria discussione , non vuol dire trasformare gli organismi di partito in tribunali. Meno che mai puntare il dito accusatorio contro qualcuno sostituendosi alla magistratura. Nessuno può essere censore e nessuno può fare classificazioni della purezza. diceva Nenni, “non fare troppo il puro, che poi arriva uno piu’ puro di te e ti epura… ” Ma non si può far finta di nulla e affidare tutto alla magistratura. La politica ha il compito di comprendere, proporre, di accompagnare e possibilmente anticipare la magistratura nella sua azione. È in discussione la natura stessa del Pd e il partito non può essere omertoso. Garantisti si, all’ennesima potenza, ma non omertosi.
.

La seconda “questione morale”, grave quanto la prima, ma con una dose di omertà addirittura superiore. Superiore perché coinvolge anche i mezzi d’informazione. Superiore perché si dibatte tanto nelle “segrete stanze”, ma mai nessuno ha avuto il coraggio di farne argomento di dibattito pubblico.
Mi riferisco ai “Professionisti dell’antimafia 2.0”.
Diceva Leonardo Sciascia: “Ieri c’erano vantaggi a fingere d’ignorare che la mafia esistesse; oggi ci sono vantaggi a proclamare che la mafia esiste e che bisogna combatterla con tutti i mezzi. Il potere fondato sulla lotta alla mafia è molto simile, tutto sommato, al potere mafioso e al potere fascista”.
Ora, non voglio dire se Sciascia allora avesse ragione o torto, non è il momento né il luogo, ma sono certo, che quelle riflessioni sono attuali oggi.
I 2.0 usano l’antimafia, non soltanto per popolarità e lotta politica, ma per costruire blocchi di potere politico-economici alternativi a quelli esistenti. 
I 2.0 sono una lavatrice, usano il loro ruolo in vari ambiti della società, siano essi imprenditoriali, politici o giudiziari, per purificare. Se passi dalle loro mani, da ladro diventi guardia. 
I 2.0 utilizzano i mass media in maniera maniacale. Dedicano tanto tempo ad esibizionismi e non trovano il tempo per occuparsi dei problemi reali. 
I 2.0 non accettano alcuna critica politica o amministrativa, se la pensi diversamente da loro sei mafioso e attenti alla loro vita. 
I 2.0 danneggiano innanzitutto chi in passato ha perso la vita per combattere la mafia e chi oggi continua a farlo con dedizione, costruendo contro il fenomeno mafioso, percorsi virtuosi”. 

Insomma più chiaro di così…. Ma, perché gli altri politici non dicono niente sull’Opa ostile che Confindustria Sicilia ha lanciato sul Governo della Regione? Mangiatoia comune?

…e Confindustria Sicilia ci ‘bagna il pane’…

Redazione

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