Il PD e i ‘veleni’ di Ragusa: la lettera di Valentina Spata

da Valentina Spata
coordinatrice regionale area Civati
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Le ragioni che mi spingono a scrivere sono tante ed a questo punto non posso esimermi. Fino ad ora ho preferito il silenzio, ma adesso è stato superato il limite della decenza.

Ho letto delle gravi accuse politiche e personali da parte di esponenti del primo circolo nei confronti del Presidente della Commissione Provinciale per il Congresso (CPC) a cui va tutta la mia solidarietà e un messaggio in cui il Sig. Carfì, iscritto al primo circolo di Ragusa, insinua la stragrande maggioranza dei componenti della Commissione – di cui, peraltro, faccio parte – di aver avuto un “atteggiamento mafioso”: accuse gravissime nei confronti di chi, invece, ha sempre cercato di garantire la massima trasparenza senza discriminare nessuno.

Ho letto ricorsi, presentati alla Commissione Regionale per il Congresso (CRC) e a quella Nazionale, infondati e illegittimi e sono rimasta esterrefatta della gestione di questa prima fase congressuale. La CRC, infatti, a mio avviso andrebbe commissariata solo per il semplice fatto che, spesso e volentieri, non essendoci il numero legale, ha fatto votare delibere per via telefonica.

Una Commissione (gestita a maggioranza da un gruppetto) che dovrebbe garantire l’imparzialità assoluta nel valutare tutti gli atti (i ricorsi) posti in essere dai proponenti e che invece ha cercato in tutti i modi di favorire gli “amici” del Segretario Regionale, Giuseppe Lupo.

Ma parliamo di Ragusa.

Dopo la presentazione dei tre candidati alla segreteria provinciale, la CPC ha iniziato la discussione sulla ripartizione dei delegati incontrando grandi difficoltà per i circoli di Ragusa città.

La CPC, di cui per’altro sono componente, ha dovuto affrontare la questione in considerazione del fatto che sia il regolamento Nazionale che quello Regionale non si esprimono nella fattispecie di circoli costituiti nel 2013 – prevedendo l’assegnazione dei componenti dell’assemblea con riferimento all’anagrafica degli iscritti del 2011 e del 2012.

A Ragusa è nato nel febbraio del 2013 il secondo circolo e dopo la triste vicenda delle amministrative anche il terzo circolo.

E’ inutile dire che se da un circolo si passa alla costituzione di altri due circoli è evidente che esiste una profonda motivazione politica.

Nel mio caso – posso dire – ho preferito essere promotrice della costituzione del secondo circolo a causa di un clima pesante e teso che si protraeva da molto tempo provocando inagibilità politica all’interno del primo.

Nonostante ciò, io, come tanti amici, sono costituente del Pd nella città di Ragusa sin dal 2007; pertanto se dovessimo calcolare i delegati in base all’anagrafica del 2011 e del 2012 i due neo circoli verrebbero privati della loro quota di rappresentanza in seno agli organismi dirigenti superiori operando, quindi, una discriminazione nei confronti degli iscritti di questi circoli.

A tal proposito, la CPC ha approvato (nella seduta del 14 ottobre) a stragrande maggioranza (11 a favore e 2 contro) la proposta di procedere alla assegnazione dei delegati ai tre circoli di Ragusa mediante l’applicazione del criterio di ripartizione del voto contenuto nel comma 6 dell’art.3 dello stesso Regolamento Regionale.

Ci tengo a precisare che anche assegnando tutti i delegati al primo circolo, il Sig. Giuseppe Calabrese (candidato alla segreteria provinciale e sconfitto dall’attuale Segretario) non avrebbe avuto comunque un solo delegato in più rispetto a quelli che gli spettavano: dunque avrebbe comunque perso ugualmente il Congresso Provinciale. Ma il candidato Calabrese non si è mai rassegnato e non ha mai accettato il semplice fatto che ha perso per l’ennesima volta. E con lui ha perso anche il Segretario Regionale, Giuseppe Lupo e la Senatrice Venerina Padua (dove peraltro nel suo circolo è stato annullato il congresso a causa irregolarità commesse durante le operazioni di voto: I votanti sono risultati di meno rispetto alle schede scrutinate) che stanno tentando di screditare il lavoro della Commissione Provinciale per il Congresso e tutto il Pd ibleo.

Durante la successiva seduta del 18 ottobre la CPC è stata informata da un componente della stessa, Nanny Frasca (che aveva votato contro la decisione assunta nella seduta precedente), che lui stesso, insieme ad altri due colleghi, aveva proposto ricorso alla CRC contro la precedente decisione di attribuzione dei delegati.

Emerge, quindi, che tale ricorso non era stato proposto né da un candidato, né da un segretario di Circolo – ammesso che ne avessero avuto interesse legittimo – ma da componenti della stessa Commissione che peraltro non ne avevano neanche portato a conoscenza la Commissione.

Cosa ancor più bizzarra, come lo stesso ricorrente ha riferito, che la CRC avrebbe assunto, sul ricorso, orientamenti senza aver chiesto copia del deliberato e delle ragioni a sostegno della decisione assunta dalla Commissione provinciale e senza avere neppure sentito, nel merito, l’organo decisionale.

A comprova di quanto affermato, lo stesso componente ricorrente ha esibito dei fogli dattiloscritti privi di ogni intestazione riferibile al PD, non firmati, e mancanti persino dell’indicazione integrale dei soggetti partecipanti e dei soggetti votanti. (questa sarebbe la delibera di cui la CRG ci chiede il rispetto).

Dalla lettura di tali fogli non ufficiali e non sottoscritti e firmati dalla Commissione Regionale per il congress è venuto fuori che la CRC avrebbe deciso di:

1. modificare solo il criterio di ripartizione individuato dalla CPC per distribuire tra i Circoli nati nel 2013 i delegati spettanti alla città di Ragusa;

2. di autorizzare i circoli di Ragusa, stante la asserita carenza di tessere, ad acquisire il rinnovo dell’iscrizione attraverso moduli, appositamente predisposti, fermo restando l’obbligo della sottoscrizione e del pagamento.

Con tale scelta, per altro mai ufficialmente notificata ad alcuno, la CRC da un lato avrebbe accertato l’esistenza di un conflitto tra le previsioni regolamentari in materia di assegnazione dei delegati nei comuni con più circoli nati nel 2013, dall’altro avrebbe sostituito il criterio, uguale per tutti e tre i circoli e individuato dalla Commissione Provinciale, prevedendo che solo per i nuovi circoli di Ragusa l’attribuzione dei delegati avvenisse sulla base del tesseramento 2013 da parte degli iscritti del 2012 entro il 20 ottobre.

Secondo la Commissione Regionale quindi al circolo c.d. storico si sarebbero dovuti assegnare i delegati in ragione della media degli iscritti 2011 e 2012, mentre per i nuovi circoli solo in relazione ai nuovi iscritti del 2013 che però erano già iscritti nel 2012. Si tratta quindi di criteri diversi di assegnazione di delegati tra il “vecchio” unico circolo e i due nuovi circoli, fondati su diverse basi di calcolo (iscritti 2011 e 2012 per il vecchio circolo e solo rinnovi 2013 di iscritti 2012 per i due nuovi circoli). Oltre alla evidente disparità di trattamento, manca ogni indicazione delle ragioni dell’esclusione degli iscritti 2011 dalla platea dei rinnovabili nel 2013 ai fini del calcolo e della fissazione al 20 settembre del termine per il rinnovo.

Questa è la situazione, ed è un dato di fatto che la Commissione Regionale per il Congresso ha travalicato il suo potere pronunciandosi su ricorsi palesemente inammissibili, su materie escluse dalla propria competenza emanando un atto estraneo alle dinamiche proprie del sistema di controllo e impugnazione (secondo le quali all’organo di secondo livello spetta solo il potere di accogliere o meno, integralmente o parzialmente un ricorso, ma non di sostituire la propria discrezionale, sino al limite dell’arbitrio, decisione a quella espressa dalla Commissione Provinciale su materia di stretta ed esclusiva competenza di quest’ultima, con effetti solo per il Comune di Ragusa e non per l’intero territorio siciliano, ivi compresa quella del tesseramento su moduli, su input di un candidato alla Segreteria Provinciale).

Alla faccia del rispetto delle regole!

Circa una settimana fa, la Commissione Nazionale per il Congresso si riunisce per valutare i ricorsi sul “caso” Ragusa.

In pratica, sempre i tre componenti della Commissione Provinciale per il Congresso (due di questi sono iscritti al primo circolo di Ragusa) – non essendo soddisfatti del deliberato (mai arrivato alla CPC) del 16 ottobre emesso dalla Commissione Regionale per il Congresso – presentano ricorso alla CNC.

In quella sede i componenti della CNC rigettano il ricorso presentato dai tre sottoscrittori sia per i motivi sopra citati, sia perché tre membri della CPC non possono presentarlo per regolamento. Tutto ciò nonostante le volontà del Segretario Regionale, Giuseppe Lupo (membro di CNC) di accogliere i ricorsi presentati dai “suoi” amici.

Ma la storia non è finita.

Nella giornata di venerdì 15 novembre, nonostante la delibera della CNC, si riunisce la Commissione Regionale di Garanzia (sotto pressione della Senatrice Venerina Padua che invece di garantire tutti gli iscritti della Provincia di Ragusa ha preferito trovare la strada per penalizzare una parte degli stessi) che delibera l’obbligo a rispettare la “direttiva” del 16 ottobre (quella che non è mai arrivata e di cui non si conoscono esattamente i contenuti e su cui, tra l’altro, mi risulta che si sia deliberato nonostante la mancanza di numero legale e facendo votare al telefono persone che erano altrove) che prevede la ripartizione dei delegati in modo diverso. Pertanto, bisogna rivedere la platea congressuale.

Ovviamente, la CPC ha presentato ricorso alla CNC impugnando la delibera della Commissione regionale di garanzia. Cosa ancora più grave è accaduto nella serata di ieri quando alla fine della seduta della Commissione Nazionale per il Congresso il Segretario Regionale, Giuseppe Lupo, per l’ennesima volta artefice di tutto questo caos – che non ha permesso il regolare e ordinato svolgimento della fase congressuale – ha chiesto di commissariare la Commissione provinciale per il Congresso minacciando le sue dimissioni dalla stessa Commissione di cui fa parte. Per fortuna che i componenti della CNC sono persone serie e corrette e hanno rigettato la proposta dell’illustre Segretario Regionale facendo presente – tra l’altro – che c’è un ricorso della CPC pendente e di cui si dovrà discutere nei prossimi giorni.

Attegiamento, quello del Segretario Regionale che lede i diritti di tutti gli iscritti del Pd ibleo e che favorisce solo il gruppo politico a lui molto vicino. Pertanto se c’è qualcuno che sta giocando in modo “sporco”, utilizzando metodi e toni a dir poco sconvolgenti e arroganti, è sia il Segretario Regionale, Giuseppe Lupo che invece di occuparsi dei vari disastri accaduti in Sicilia e delle gravi irregolarità commesse in alcune province di cui ne è responsabile in quanto avrebbe dovuto svolgere una funzione di controllo (annullamento dei congressi di Catania, due segretari eletti a Siracusa, due segretari eletti a Trapani, ad Agrigento tesserati del centro destra, di cui il Sindaco che non poteva aderire al Pd come previsto dallo Statuto in quanto precedentemente candidato nella lista dell’Udc, a Messina convenzioni fantasma) si è accanito contro la Provincia di Ragusa e con esattezza contro 4/4 degli iscritti e della classe dirigente.

Posso comprendere i comportamenti della Senatrice Padua che senza i voti dell’ex segretario del Pd di Ragusa, Giuseppe Calabrese, non sarebbe stata eletta alle parlamentarie e quindi si trova costretta a doverlo aiutare a tal punto da non riconoscere e non sostenere il candidato renziano Mario D’Asta che ha partecipato alla competizione congressuale da candidato alla segreteria provinciale, ma non giustificare e tollerare questi atteggiamenti invasivi e arroganti di un Segretario Regionale che dovrebbe garantire la tutela di tutti gli iscritti senza discriminare nessuno.

Credo, altresì, che la Commissione Regionale per il Congresso, il cui Presidente Alfredo Rizzo è strettamente legato al Segretario Regionale, non possa garantire l’imparzialità arrecando danno all’immagine, all’autonomia e alla democrazia del Partito Democratico Ibleo. Il diktat regionale costituisce un’arbitraria ed intollerabile intromissione nella vita democratica del PD della provincia di Ragusa e mortifica l’autonomia e l’intelligenza dei suoi gruppi dirigenti e degli organismi liberamente eletti dagli iscritti al Partito. Per non parlare del fatto che ci sta consegnando un partito in stato davvero pietoso.

Non c’è che dire siamo di fronte ad una classe dirigente inetta ed incapace, più propensa a realizzare i propri interessi che il bene comune. E se qualcuno pensa che noi ci arrendiamo e molliamo la presa – subendo questi soprusi – si sbaglia di grosso. Andremo avanti, nel rispetto delle regole, per la costruzione di un partito, quello ibelo, ancora più forte e partecipato di ora.

Colgo l’occasione per ringraziare L’On. Pippo Civati per aver attenzionato tutta la vicenda facendosi garante del rispetto delle regole all’interno della Commissione Nazionale per il Congresso attraverso il suo rappresentante.

 

 

Redazione

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