Il Natale di chi torna in Sicilia, ore in treno da Roma a Palermo «C’è un prezzo da pagare ma le feste hanno un sapore diverso»

L’angosciante domanda che i palermitani sparsi per l’Italia e per l’Europa, che spesso si rimanda per settimane e settimane e adesso bussa insistente è «riuscirò a tornare a casa per le feste?». Non sempre è facile organizzarsi per tempo con il lavoro, gli esami, impegni in genere, non tutti sono in ferie o riescono a ottenerle per tempo e quando si riesce ad avere un minimo di organizzazione ci si trova davanti al pc per cercare biglietti aerei a prezzi non tanto ragionevoli ma quantomeno vagamente abbordabili. «Invece no! Bene che ci vada troveremo biglietti che costano l’equivalente di un rolex. E non tutti facciamo Onassis di cognome – spiega Salvatore Lo Presti, palermitano di origine, che da oltre un anno vive tra Milano e Roma –  dovendo quindi rinunciare al sogno di poter riabbracciare i nostri cari per Natale».

E spiega: «I più audaci torneranno a casa affrontando tredici ore di treno (con altrettanti cambi) o in pullman non arrivando comunque in tempo per il cenone della vigilia». Insomma per ottenere qualcosa che sia un lavoro o un certo tipo di istruzione «noi terroni fuori sede abbiamo sempre un prezzo da pagare, e anche se per molti potrebbe essere ragionevole, a me, a noi siciliani, sembra smisurato».

Il Natale è quel periodo dell’anno che riunisce le famiglie, «e per me sarebbe assolutamente impensabile starle lontano, per cui ho deciso che in fondo affrontare tredici o venti ore di treno, autostop, dovessi fare lo Stretto a nuoto non è poi un prezzo cosi alto, perché so che quello che mi aspetta è la cosa migliore del mondo». L’affetto che ci attende, poter vedere nuovamente la città di origine, sono cose che spesso si apprezzano quando non sono più a portata di mano. «Per me che non è facile tornare spesso a casa – dice Salvo –  questo Natale avrà un sapore diverso: non m’importerà di pranzi o cene luculliane, dei regali sotto l’albero. Quest’anno apprezzerò le risate dei bambini per strada, le luci della città, la mia famiglia e i miei amici che ho dovuto lasciare ma che sono sempre con me. Mi sembra di essere l’uomo più ricco del mondo».

 In fondo se ognuno di noi riuscisse ad osservare più attentamente scorgerebbe il proprio personale miracolo di Natale. «Il mio? Una scritta su un biglietto ‘Arrivo: Palermo/stazione centrale. Ore: 11:55’. Non mi resta niente da dire se non buon Natale, aspettami Sicilia biedda ca staiu arrivannu!».

Stefania Brusca

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