“Il mutuo? Non serve. Lo Stato ci dia le accise sui consumi di idrocarburi previste dalla legge”

LO AFFERMANO I PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALL’ARS IN UNA MOZIONE, PRIMO FIRMATARIO SERGIO TANCREDI. CHE RISPOLVERANO LA FINANZIARIA NAZIONALE DEL 2007: QUELLA CHE HA PORTATO LA QUOTA DI COMPARTECIPAZIONE ALLE SPESE SANITARIE DELLA REGIONE DAL 42 AL 49,11 PER CENTO. GLI ARRETRATI, AL 31 DICEMBRE 2012, AMMONTANO A 600 MILIONI DI EURO. IN CALCE IL TESTO DELLA MOZIONE

Alla proposta scellerata del Governo regionale del presidente Rosario Crocetta di accendere un mutuo per circa un miliardo di euro risponde il M5S con una mozione presentata all’Assemblea regionale siciliana, primo firmatario il parlamentare Sergio Tancredi. I grillini propongono una soluzione efficace per il reperimento di buona parte delle risorse necessarie al ripianamento dei debiti attraverso il rispetto dell’art 1, comma 830 della legge legge 27 dicembre 2006, n. 296, legge Finanziaria nazionale dell’anno 2007).

La soluzione concreta passa dalla riscossione di un tributo a valere sul gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio. Soluzione che permetterebbe di evitare l’accensione di ulteriori debiti per svariati milioni di euro da parte del Governo regionale che ricadrebbero sui siciliani per svariati decenni, affossando il futuro delle giovani generazioni.

Come ricordano i parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars, nell’accordo tra Stato e Regione del 2007 è stato prescritto che la Regione siciliana, per compensare i maggiori esborsi frutto dell’aumento della quota di compartecipazione per la spesa sanitaria, avrebbe dovuto incassare una quota delle accise sui consumi di idrocarburi stimata in una percentuale oscillante dal 20 al 50 per cento.

Per la cronaca, con la Finanziaria nazionale del 2007, la quota di compartecipazione della Regione alle spese sanitarie è passata, nei tre anni successivi, dal 42% circa a quasi il 50 per cento. In cambio, come ricorda Tancredi, la Regione avrebbe dovuto incassare una quota delle accise sui consumi di idrocarburi.

“La mancata intesa in Conferenza Stato-Regioni, come previsto dal comma 831 della legge n.296/2006 – ci dice Tancredi – che ha impedito alla Sicilia di introitare una quota delle accise per compensare il maggiore esborso per la spesa sanitaria è costata alla Regione Sicilia 600 milioni di euro per gli anni che vanno dal 2007 al 2012”.

Quindi, oltre al danno, la beffa. La Sicilia penalizzata e mortificata dallo strapotere politico romano.

Non solo il danno del mancato incasso delle accise come previsto dell’articolo 1, comma 830 della legge 296/2006, ma anche la beffa dovuta alla maggiore la misura del concorso della Regione alla spesa sanitaria passata dal 44,85 per cento per l’anno 2007, al 49,11 per cento per l’anno 2009.

A fronte di un maggiore esborso, il Governo nazionale non ha mai restituito alla Sicilia una quota annuale tra il 20 ed il 50 per cento delle accise sui consumi di idrocarburi.

I grillini specificano che la legge 12 Novembre 2011, n.183, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato»(legge di stabilità 2012), non dispone, come previsto dai commi 831 e 832 del menzionato articolo 1 della legge 27 Dicembre 2006, n.296, la retrocessione alla Regione siciliana di una percentuale di gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale, circostanza questa che avrebbe potuto giustificare una minore allocazione di risorse nella voce di bilancio sanitario”.

Fatto che determina l’effetto di una sottrazione di parte del gettito tributario spettante alla Regione in base all’art. 36 dello Statuto ed al decreto del presidente della Repubblica n. 1074 del 1965.

I parlamentari del M5s all’Ars, attraverso la citata mozione, impegnano il Governo regionale ed il presidente Rosario Crocetta ad intervenire presso le autorità del Governo nazionale, promuovendo, se del caso, una apposita riunione del Consiglio dei Ministri, alla quale il presidente della Regione parteciperebbe con il rango di Ministro.

Due le finalità da raggiungere. Da un lato, rivedere e chiedere il rispetto degli accordi raggiunti e disciplinati dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge Finanziaria per l’anno 2007), considerato il momento di difficoltà economica della Regione, venuto meno il gettito delle accise di cui al comma 832.

Dall’altro, verificare l’effettivo rispetto dell’art 1, comma 830 della legge 296/2006, richiedendo ciò che ci spetta, quantomeno nella percentuale minima prevista dagli accordi trasfusi nella legge Finanziaria del 2007, normativa di riferimento negli accordi tra Regione e Stato Centrale. Cosa che permetterà di recepire buona parte delle risorse necessarie al ripianamento dei debiti, evitando l’accensione di ulteriori debiti per svariati milioni di euro da parte del Governo regionale.

“E’ dovere della Regione – sottolinea Tancredi – tutelare la dignità del popolo siciliano e il rispetto dei principi di buona fede e ragionevolezza”.

Di seguito il testo integrale della Mozione presentata dal M5S.

MOZIONE

N. 0000 – INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DELL’ INDENNIZZO DOVUTO DALLA REGIONE PER LA SPESA SANITARIA E RELATIVA RETROCESSIONE ALLA STESSA DEL GETTITO RELATIVO ALLE ACCISE SUI PRODOTTI PETROLIFERI

DESTINATARI:

Al Presidente della Regione, all’Assessore all’economia ed il bilancio,

VISTA:

la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per l’anno 2007), all’articolo 1, commi da 830 a 833 che testualmente recita:

 

– “COMMA 830. Al fine di addivenire al completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione siciliana, la misura del concorso della Regione a tale spesa è pari al 44,85 per cento per l’anno 2007, al 47,05 per cento per l’anno 2008 e al 49,11 per cento per l’anno 2009.”

– “COMMA 831. L’applicazione delle disposizioni di cui al comma 830 resta sospesa fino al 30 aprile 2007. Entro tale data dovrà essere raggiunta l’intesa preliminare all’emanazione delle nuove norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia sanitaria, già disciplinate dal decreto del Presidente della Repubblica 9 agosto 1956, n. 1111, e successive modificazioni. In caso di mancato raggiungimento dell’intesa entro tale data, il concorso della Regione siciliana di cui al comma 830 è determinato, per l’anno 2007, in misura pari al 44,09 per cento.”

– “COMMA 832. Nelle norme di attuazione di cui al comma 831, è riconosciuta la retrocessione alla Regione siciliana di una percentuale non inferiore al 20 e non superiore al 50 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale, tale retrocessione aumenta simmetricamente, fino a concorrenza, la misura percentuale del concorso della Regione alla spesa sanitaria, come disposto dal comma 830 .”;

CONSIDERATO CHE :

alla determinazione dell’importo annuo della quota da retrocedere alla Regione si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, previo parere della Commissione paritetica prevista dall’articolo 43 dello Statuto della Regione siciliana, approvato con decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, convertito in legge costituzionale dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948 numero 2 comma 833;

a valere sul gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio della Regione siciliana è retrocesso alla Regione un importo pari a 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a titolo di contributo di solidarietà nazionale, di cui all’articolo 38 dello Statuto regionale, dovuto per gli stessi anni 2008 e 2009 e ad integrazione, per l’anno 2008, dei finanziamenti attribuiti ai sensi dell’articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248. L’erogazione dei contributi è subordinata alla redazione di un piano economico finalizzato prevalentemente al risanamento ambientale dei luoghi di insediamento degli stabilimenti petroliferi, nonché ad investimenti infrastrutturali,

ATTESO CHE :

non risulta ancora raggiunta l’intesa preliminare di cui al predetto comma 831 in merito alla compartecipazione alla spesa sanitaria da parte della Regione Sicilia;

 

la Regione potrà incassare la quota di queste accise dopo il ‘placet’ della Commissione paritetica Stato-Regione, Commissione che è stata recentemente rinnovata;

EVIDENZIATO CHE :

nell’accordo tra Stato e Regione del 2007 è stato prescritto che la Regione siciliana, per compensare i maggiori esborsi frutto dell’aumento della quota di compartecipazione, avrebbe dovuto incassare una quota delle accise sui consumi di idrocarburi (si tratta comunque di un tributo) stimata in una percentuale oscillante dal 20 al 50 per cento, la mancata intesa è costata alla Regione Sicilia 600 milioni di euro per gli anni che vanno dal 2007 al 2012;

ACCERTATO CHE :

sulla base di quanto sopra esposto la Regione Sicilia compartecipa alle spese sanitarie quasi al 50 per cento dei costi, senza che lo Stato retroceda la percentuale del gettito delle accise tra il 20 e il 50 per cento previsto dal comma 832;

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE :

la legge 12 Novembre 2011, n.183, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato»(legge di stabilità 2012), non dispone, come previsto dai commi 831 e 832 del menzionato articolo 1 della legge 27 Dicembre 2006, n.296, la retrocessione alla Regione siciliana di una percentuale di gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale, circostanza questa che avrebbe potuto giustificare una minore allocazione di risorse nella voce di bilancio sanitario;

RILEVATO CHE :

ciò determina l’effetto di una sottrazione di parte del gettito tributario spettante alla Regione in base all’art. 36 dello statuto ed al D.P.R. n. 1074 del 1965;

RITENUTO CHE :

la Regione abbia subito un abbattimento sostanziale di risorse finanziarie ad essa spettanti, poiché il comma 831 della legge n. 296/2006 risulta pienamente in vigore, ancorché la commissione paritetica abbia proceduto alla predeterminazione di un decreto ad hoc;

 

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE

E PER ESSO

IL PRESIDENTE

ad intervenire presso le autorità del governo nazionale, promuovendo, se del caso, una apposita riunione del Consiglio dei Ministri, al fine di:

– rivedere e chiedere il rispetto degli accordi raggiunti e disciplinati dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per l’anno 2007), considerato il momento di difficoltà economica della Regione, venuto meno il gettito delle accise di cui al comma 832;

– verificare l’effettivo rispetto dell’art 1, comma 830 della legge 296/2006, richiedendo ciò che ci spetta quantomeno nella percentuale minima prevista dagli accordi trasfusi nella legge Finanziaria del 2007, normativa di riferimento negli accordi tra Regione e Stato Centrale, cosa che permetterà di recepire buona parte delle risorse necessarie al ripianamento dei debiti evitando l’accensione di ulteriori debiti per svariati milioni di euro da parte del Governo regionale. E’ dovere della Regione tutelare la dignità del popolo siciliano e il rispetto dei principi di buona fede e ragionevolezza.

(24 Marzo 2014)

FIRMATARI

 

 

TANCREDI SERGIO (M5S)

 

 

 

CIANCIO GIANNINA

 

CAPPELLO FRANCESCO

 

CANCELLERI GIOVANNI CARLO

 

PALMERI VALENTINA

 

ZAFARANA VALENTINA

 

CIACCIO GIORGIO

 

MANGIACAVALLO MATTEO

 

FERRERI VANESSA

 

SALVATORE SIRAGUSA

 

FOTI ANGELA

 

TRIZZINO GIAMPIERO

 

ZITO STEFANO

 

LA ROCCA CLAUDIA

Giuseppe Messina

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