Il Muos nelle email rubate da Anonymous Gli Usa e le richieste di deroghe al blocco

Si parla del Muos tra i più di 2mila documenti che il gruppo di hacker Anonymous Italia ha divulgato sul proprio sito, dopo averli sottratti nei giorni scorsi a funzionari del Ministero dell’Interno. L’hanno chiamata Operazione Revenge, una vendetta dovuta agli arresti che hanno colpito recentemente il collettivo. Tra gli indirizzi email violati c’è quello del prefetto di Caltanissetta Carmine Valente che, tra metà aprile e i primi giorni di maggio, ha avuto un fitto scambio di messaggi con l’ex ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, il vice ministro degli Affari esteri Staffan De Mistura, il capo di gabinetto della Difesa Vanni Nozzoli, il vice capo missione dell’ambasciata statunitense a Roma Hengel Douglas e l’assessore all’Ambiente della Regione Sicilia Mariella Lo Bello. Oggetto delle comunicazioni è la situazione di crescente tensione che si vive a Niscemi, attorno alla base Usa dove è in costruzione l’impianto militare di antenne satellitari. Gli americani, preoccupati dai blocchi degli attivisti che impediscono il passaggio di operai e militari e infastiditi dalla trattativa cui sono costretti con il presidente Rosario Crocetta, chiedono maggiori garanzie e una deroga alla sospensione dei lavori che ottengono.

Come si legge nei file pubblicati dal sito di Anonymous, tra il 16 e il 23 aprile sull’asse Caltanissetta-Roma, si studia la forma migliore per inviare al governo regionale la richiesta della deroga, accompagnata da una scheda in cui siano descritti i lavori che è necessario portare avanti all’interno della base e sia specificato l’elenco degli operai autorizzati ad entrare. Il dialogo inizia all’indomani dell’incontro del 15 aprile a Palazzo Chigi a cui partecipano il viceministro degli Esteri De Mistura, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il governatore Crocetta, il sindaco di Niscemi Francesco La Rosa e il presidente del consiglio comunale Luigi Licata. Il prefetto Valente è ottimista dopo l’esito della tavola rotonda e confida che si possa uscire dal momento di empasse. Scrive quindi al viceministro De Mistura, ricordando che Crocetta non è disposto a ritirare la revoca delle autorizzazioni ma potrebbe essere invece disponibile a concedere una deroga. La soluzione, quindi, sarebbe l’invio da parte del ministero della Difesa alla Regione Sicilia di una richiesta di autorizzazioni per un numero ridotto di lavori, che non inciderebbero sui rischi per la salute e per l’ambiente.

Ma di quali lavori si tratta? E’ Hengel Douglas, dall’ambasciata americana, a specificare in un’email indirizzata a De Mistura, che bisogna intervenire non solo sulla manutenzione delle 46 antenne, ma anche su quella del Muos, perché alcuni lavori non possono essere abbandonati per troppo tempo. Tuttavia De Mistura chiede inizialmente all’ambasciata Usa soltanto un elenco degli interventi da effettuare non legati al cantiere Muos. La parziale richiesta non convince il prefetto Valente che, come pubblicano gli attivisti No Muos sulla loro pagina Facebook, risponde al vice ministro degli Esteri sottolineando che la lista di lavori da trasmettere alla Regione deve contenere anche quelli sul cantiere del Muos. E sottolinea che l’assessore Lo Bello è in attesa del documento. E’ il 18 aprile. Nello stesso giorno Valente, parlando con il capo di gabinetto Nozzoli, esprime la soddisfazione per il compromesso raggiunto che garantisce alcuni lavori ma non intacca la revoca delle autorizzazioni. Tuttavia, alla fine invita a non forzare la mano considerata l’imminente decisione della commissione dell’Istituto superiore di Sanità prevista per il 31 maggio, e ricorda che la gente di Niscemi non consentirebbe interventi di una certa portata.

Nel frattempo dall’ambasciata statunitense traspare il fastidio per il fatto di avere come interlocutore il presidente Crocetta. Douglas chiede al ministro della Difesa Di Paola e al suo staff che sia proprio il ministero il soggetto con cui prendere le decisioni e non il governatore della Sicilia. Stavolta è il capo di gabinetto Nozzoli a rispondere, dicendosi d’accordo sul fatto che sia la Difesa l’interfaccia degli americani. L’ambasciata, inoltre, sembra preoccupata anche dalla settimana di mobilitazione indetta tra il 21 e il 28 aprile dai comitati regionali No Muos e invita il prefetto ad un maggiore dispiegamento di forze dell’ordine. Proprio in quei giorni quattro attivisti si arrampicano sulle antenne e due di loro vengono arrestati. Al momento della scarcerazione, Turi Vaccaro e Nicola Arboscelli vengono portati in trionfo. Un fatto che viene raccontato dal prefetto a Nozzoli come un segnale negativo.

La famosa scheda con l’elenco dei lavori da portare avanti sul Muos e sulle 46 antenne viene spedita all’assessore Lo Bello il 23 aprile. Si chiede che il personale civile americano e gli operai delle ditte italiane coinvolti nella messa in sicurezza del Muos, possano entrare ed uscire dalla base, soprattutto in caso di imprevisti, dopo averlo comunicato alla Prefettura. Negli altri casi, invece, cioè ai lavoratori impegnati nella manutenzione delle antenne e delle altre infrastrutture deve essere garantito il passaggio per le attvità quotidiane. Il nullaosta della Regione arriva dieci giorni dopo, il 3 maggio, con una lettera firmata dal dirigente generale dell’assessorato all’Ambiente Vincenzo Sansone che dà il via libera ad interventi di manutenzione degli impianti e subordina al Prefetto e al comandante dell’aeroporto di Sigonella il controllo su queste attività.

 

Salvo Catalano

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