«Mi dai qualcosa per i pannolini?» «Mi può comprare del latte per la bambina?». Stava seduta accanto all’ingresso del Carrefour di via Libertà, a volte anche dentro, sul pianerottolo delle scale che portano giù, nel supermercato. Valentina Castiglia, sappiamo tutti adesso come si chiama, dopo che è stata ritrovata morta in corso dei Mille nella notte tra sabato e domenica, era una invisibile come tanti ce ne sono in città.
Non era una zingara, lo si capiva dai tratti somatici e dai tanti ricci castani che aveva in testa. Dava l’impressione più di una senza tetto. Sicuramente, però, colpiva per i suoi lineamenti da ragazzina, cosa che rendeva ancora più strano vederla col pancione da gravidanza. Adesso che è morta sappiamo che di anni ne aveva 25 e che dalla questura fanno sapere che non sono ancora sicuri che avesse effettivamente dei figli. Capitava anche di trovarla a tarda sera, il Carrefour fa turni da 24 ore, mendicare pochi spiccioli. Di solito aveva con sé un cane marrone di taglia non troppo piccola. E un quadrato di cartone sul quale a volte si appoggiava.
Indosso, quando hanno ritrovato il suo corpo, non aveva documenti. Era anche svestita. Secondo alcuni familiari era stata lei a scegliere la strada, quando era appena maggiorenne, pare, per seguire un uomo: quel Paolo di cui non conoscono il cognome, che probabilmente la accompagnava anche durante alcune lunghe giornate passate a chiedere l’elemosina. Gli occhi di chi si ricorda, non prima di aver fatto mente locale, di lei si sgranano appena appresa la notizia. E adesso la sua cantilena, i suoi «per favore» insistenti, ma non molesti, riecheggiano nella mente di chi le ha lasciato una moneta, comprato del latte o è semplicemente passato oltre.
E in attesa di conoscere le cause della morte della giovane, sul quale sono ancora in pieno svolgimento le indagini della polizia, non è migliore la fortuna toccata alla donna trovata senza vita due settimane prima di Valentina Castiglia, sempre nella zona di corso dei Mille. Di lei non si conosce neanche il nome. Si sa che è una senza tetto, si sa che anche lei è stata trovata priva di documenti in dosso. Poco altro. Stretto il riserbo sugli esami autoptici, ma gli inquirenti sono sicuri nell’affermare che tra i due casi non ci sarebbe alcun collegamento. Di sicuro c’è che entrambe vanno a riempire un elenco, quello delle morti invisibili, che a Palermo resta ancora troppo lungo.
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