Il metodo stamina arriva in Sicilia

Il movimento Vite sospese “Santa Illuminati e Salvatore Crisafulli” parla già di “Svolta epocale in Sicilia”, dopo l’approvazione, oggi, in Commissione Sanità dell’Ars di una risoluzione con la quale si chiede di autorizzare due ospedali siciliani – uno a Palermo e uno a Catania – a procedere con il trattamento sperimentale che prevede l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali del ‘metodo Vannoni’. Il movimento si batte per promuovere lo studio e la diffusione in tutto il territorio nazionale delle metodologie terapeutiche eseguite mediante infusione di cellule staminali.

“E’ una decisione epocale che ci rende tutti molto orgogliosi per la battaglia vinta”, dice in un comunicato Pietro Crisafulli, vicepresidente del Movimento Vite Sospese e presidente dell’associazione Sicilia Risvegli onlus, voluta dal fratello Salvatore, che dopo due anni e mezzo in stato vegetativo permanente si svegliò e raccontò che quando era in coma sentiva e capiva tutto. La sua ultima battaglia fu proprio quella per le cure con le cellule staminali.

“Salvatore voleva curarsi con il metodo Stamina, ma è morto nell’attesa che i giudici lo autorizzassero – dice il fratello Pietro Crisafulli -. Prima di morire aveva chiesto, tramite l’associazione Sicilia Risvegli onlus, da lui fondata, che la Regione Sicilia permettesse ai malati gravi di curarsi con  quella metodologia, portando tanti esempi di casi in cui si erano avuti miglioramenti. Dopo la sua morte abbiamo portato avanti questa battaglia, motivati anche dal fatto che in Sicilia ci sono alcuni pazienti curati col metodo Stamina, come la piccola Smeralda, che ne ha tratto molti benefici. La nostra vittoria è anche la vittoria del papà di Smeralda, Giuseppe Camiolo, che lotta insieme a noi per tutti i malati gravi”.

“La Regione Sicilia ha tenuto conto dell’evidenza dei risultati positivi del Metodo Stamina su molti pazienti e per questo ha fatto una scelta coraggiosa”, spiega l’avvocato Desirée Sampognaro, “Una scelta che arriva mentre molti giudici di fatto condannano a morte tanti bambini negandogli queste cure”.

Da giorni, due fratelli siciliani Sandro e Marco Biviano, di Lipari, stazionano davanti a Montecitorio, nonostante la grave malattia che li paralizza su una sedia a rotelle e che ha causato loro 3 malori in 3 giorni. La loro protesta ha avuto una forte risonanza e un importante impatto nella polemica sull’applicazione del metodo terapeutico Stamina. Ora, i fratelli Biviano sperano di potersi curare proprio nella loro Sicilia.

Ideato da Davide Vannoni, il Metodo Stamina si basa sulla conversione di cellule staminali in neuroni, per la cura delle malattie neurovegetative. Inutile, qui, dilungarsi sugli aspetti tecnici. Secondo la comunità scientifica nazionale e internazionale, il metodo è privo di attendibilità e mancano le prove dell’efficacia dei test compiuti. Posizioni riportate dalla rivista scientifica Nature. Le famiglie dei malati hanno protestato, nei mesi scorsi, per chiedere allo Stato italiano di consentirne la sperimentazione.

A maggio scorso, il parlamento ha ratificato la sperimentabilità del metodo, stanziando anche 3 milioni di Euro per gli anni 2013-2014, suscitando le forti proteste del premio Nobel Shinya Yamanaka, presidente della Società Internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (ISSCR). Proprio oggi, Vannoni ha presentato il tanto atteso protocollo della sperimentazione all’Istituto Superiore di Sanità.

“Sappiano bene che ci sono opinioni contrastanti sull’applicazione di questa terapia – ha detto Pippo Digiacomo (nella foto sotto, a destra), presidente della commissione Sanità all’Ars – ma la Sicilia ha il dovere di dare speranza a decine di famigli e di pazienti. Ci aspettiamo adesso dall’assessorato regionale e dal ministero della Salute che si dia presto seguito alla risoluzione approvata in commissione”.

In Sicilia sono circa 250 i soggetti affetti da patologie rare che potrebbero essere trattati con questo tipo di terapia. Gli ospedali che dovrebbero essere autorizzati ad applicare il metodo ‘Stamina’ sono il “Vittorio Emanuele – Ferrarotto – S. Bambino” di Catania ed il “Villa Sofia – Cervello” di Palermo. Entrambe le strutture dispongono di personale, mezzi e know-how sulla terapia sperimentale in base ad accordi e convenzioni avviate con la “Stamina Foundation Onlus” e gli Ospedali Riuniti di Brescia.

Stanislao Lauricina

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