A guardare il bicchiere mezzo pieno, in effetti, bisogna riconoscere che non si usa più il piccione viaggiatore. Ma per il resto, il bicchiere sembra praticamente vuoto. Lontana anni luce da aggiornamenti informatici e digitalizzazione, per avere una Regione 2.0 bisognerà attendere ancora un bel po’. Lo aveva ammesso anche il governatore Nello Musumeci, parlando agli amministratori locali dalle Terrazze di Mondello: «Siamo l’Africa, per passare documenti da un assessorato all’altro serve ancora l’usciere che lo consegni fisicamente». Roba che pensare al Medioevo sembra quasi futurismo. Così, mentre da qualche mese l’assessore all’Economia Gaetano Armao ha annunciato il via libera ai fondi di Agenda Digitale, con l’obiettivo appunto di ammodernare l’infrastruttura informatica regionale, succede davvero che le informazioni da un assessorato all’altro vengano ancora passate in formato cartaceo.
Più precisamente file, documenti, circolari, provvedimenti possono essere anticipati al destinatario in formato elettronico tramite posta certificata, ma diventano operativi soltanto non appena giunge a destinazione la versione cartacea del medesimo documento. Senza pensare alla sessione di Bilancio, quando interi faldoni contenenti i capitoli di entrate e di spese non soltanto vengono esaminati dagli uffici in cartaceo, ma vengono fotocopiati e distribuiti ai deputati dell’Assemblea Regionale.
Succede anche che gli orari di lavoro dei funzionari regionali vengano registrati tramite badge elettronico e memorizzati in un database. Ma capita pure che in un passaggio questa trasmissione automatizzata dei dati si interrompa e che, dunque, per arrivare al calcolo dell’effettivo stipendio comprensivo di straordinari e al netto di eventuali giorni da decurtare, si arrivi ricopiando su un foglio Excell i singoli dati dei dipendenti.
E poi i bandi pubblici: se si tratta di finanziamenti europei, allora ci si attiene alle direttive comunitarie e le istanze possono essere inviate dai candidati tramite posta elettronica certificata. Ma non è sporadico, invece, che le gare a evidenza pubblica con fondi regionali prevedano ancora, per esempio alle Attività Produttive, la consegna della documentazione in formato cartaceo allo sportello. E a proposito di sportelli, proprio in quelli delle Attività produttive (i Suap) soltanto da qualche mese sono stati standardizzati i moduli per comunicare l’avvio di una nuova attività commerciale: fino a poco tempo fa, da un Suap all’altro, gli utenti trovavano moduli differenti. Ovviamente la documentazione va presentata in cartaceo.
E se all’Assemblea Regionale il processo digitalizzazione ha subito un’accelerata proprio in questo avvio di legislatura, per cui la maggior parte delle comunicazioni interne al Palazzo vengono recapitate online, ecco che fuori dai Palazzi del potere appare quantomeno ostativo l’accesso all’interfaccia dell’amministrazione sul web. Non tanto per l’Assemblea, quanto invece per la Regione che si trova, intanto, ancora bloccata dietro un reindirizzamento necessario per via dei contenziosi in corso coi vecchi partner esterni (per intenderci, se si prova ad accedere al sito regione.sicilia.it si viene reindirizzati su pti.regione.sicilia.it). Peraltro si tratta di una piattaforma obsoleta che non si può definire di immediata accessibilità per l’utente. La nuova interfaccia del sito sarebbe già pronta, ma si tratta di un nuovo vestitino che non risolve i problemi strutturali, anche in questo caso legati a contenziosi col vecchio partner esterno che detiene ancora le chiavi d’accesso al sistema.
Eppure qualcosa si muove, a cominciare dai canali social della Regione Siciliana già visibili su Facebook, Twitter, Istagram e Youtube, per quanto ancora inattivi. Non che anche in quel caso l’operazione sia stata semplicissima: per certificare la pagina Facebook della Regione, infatti, il social network deve contattare l’utente (in questo caso l’amministrazione regionale) al numero che lo stesso utente ha fornito (il centralino) comunicando in un messaggio automatico un codice numerico da riportare online. Peccato che il centralino della regione sia attivo soltanto la mattina. E che alla risposta parta la segreteria che informa all’altro capo della cornetta sui tempi di attesa prima che si liberi un operatore. Ma nel frattempo il messaggio automatico da Facebook è già partito. E così pare che siano state necessarie due settimane prima di riuscire nell’impresa. Ordinaria amministrazione, nel Medioevo digitale della Regione Siciliana.
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