Il maxischermo su Palazzo degli elefanti «Servizi ai cittadini? Vedo solo pubblicità»

Un
megaschermo pubblicitario addossato al settecentesco palazzo del Comune. Grande sei metri per quattro, è stato posizionato in piazza Università il 26 novembre con lo sta bene del sindaco Enzo Bianco. Senza che la Soprintendenza dei beni culturali abbia rilasciato alcuna autorizzazione. Stando al contratto di sponsorizzazione, firmato per il secondo anno di fila con la stessa azienda catanese, rimarrà lì fino al 13 febbraio e dovrebbe offrire servizi alla cittadinanza in occasione delle festività di Natale e Sant’Agata. Ma diversi passanti raccontano di aver visto trasmettere solo pubblicità.

Dal canto suo, la Soprintendenza è certa di non avere rilasciato alcuna autorizzazione. Adesso, spiegano, non può fare altro «che vigilare affinché sia smontato secondo i termini imposti e che in futuro si stabiliscano luoghi più adatti e tempi brevi», dice Fulvia Caffo, responsabile dell’ente. Le installazioni pubblicitarie addosso ai palazzi di via Etnea non sono un fatto nuovo: «Già in passato abbiamo inviato al Comune numerose lettere – aggiunge la soprintendente – per sollecitare la rapida rimozione di altri tabelloni». E restituire così alla vista di turisti e cittadini le facciate, nascoste, degli storici edifici.

Secondo il bando di sponsorizzazione pubblicato dal Comune, la funzione del maxischermo è di offrire dei servizi alla cittadinanza in occasione delle festività
di Natale e Sant’Agata. Nel dettaglio, lo spazio per i messaggi commerciali è limitato al 40 per cento del totale delle trasmissioni, mentre il restante 60 per cento resta a disposizione del Comune. Secondo quanto comunicato alla stampa dai suoi uffici, l’amministrazione catanese ha utilizzato l’impianto solo due volte in via straordinaria: la diretta della partita Messina-Catania e le riprese del concerto di Capodanno del Teatro Bellini, replicato il giorno dell’Epifania. 

Mentre nel palinsesto quotidiano c’è un unico messaggio istituzionale, di circa due minuti, in mezzo a 20 tutti commerciali, che durano in totale sei minuti. Il logo del Comune compare in un numero di spot che non copre il 30 per cento del tempo delle trasmissioni. Per esempio: il video della ricostruzione virtuale dell’anfiteatro romano di piazza Stesicoro, l’avviso della mostra di Chagall al Castello Ursino (ma la data di chiusura non è stata aggiornata dal 14 febbraio al 3 aprile, ndr), lo spot delle festività agatine. Un turista che passeggia per piazza Università commenta: «Tre volte sono passato di qua e altrettante ho visto solo messaggi pubblicitari di gioiellerie, centri commerciali e locali dove andare a mangiare». 

Il valore della sponsorizzazione è stato stimato dal Comune in 35mila euro. Ma, stando al parere di un’agenzia che opera da anni nel settore pubblicitario, «quello spazio, in quel periodo, è una miniera d’oro. Può valere fino a 50mila euro». Mentre il costo del noleggio dello schermo, per i tre mesi circa in cui viene impiegato, non supererebbe i cinquemila euro. Negli ultimi due anni, tra le ditte che hanno partecipato al bando pubblico c’erano la CT Service e la Vision Sicily

La prima affitta maxi schermi. La seconda è un’agenzia pubblicitaria. Accade, per il secondo anno consecutivo, che la CT Service vinca il bando, la Vision Sicily arrivi seconda ma se lo aggiudichi per rinuncia della concorrente. Dalla quale, però, affitta il maxischermo ora in opera in piazza Università. Oltre a questo, dal 3 febbraio, in occasione delle festività agatine, la Vision Sicily dovrà provvedere all’aggiunta di un secondo tabellone. Da posizionare in una piazza ancora da stabilire. 

La posa del tabellone in piazza Università, prevista per il 28 novembre, era stata anticipata di due giorni. Attraverso una petizione online, i tifosi del Calcio Catania – ignari di quanto già nelle intenzioni dell’amministrazione – avevano chiesto al Comune di installare uno schermo per assistere in piazza alla partita di calcio contro il
Messina, trasferta che era stata loro vietata. In quell’occasione, l’assessora allo Sport Valentina Scialfa commentava: «Non è stato facile portare a termine quest’iniziativa in un tempo così ristretto». 

Marco Di Mauro

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