Il M5s in piazza per scrivere il programma Gli attivisti: dal reddito minimo ai dottorati

Non è stato un inizio col botto, come con ogni probabilità si aspettavano i pentastellati palermitani. Questa mattina piazza Verdi a Palermo non si è riempita come per l’iDay, l’iniziativa promossa dal Movimento cinque stelle per raccogliere idee e spunti e costruire insieme il programma partecipato per le Amministrative e le Regionali 2017. Chi c’era però aveva voglia di parlare di contenuti.

«Io sono qui – racconta un attivista – per il reddito di cittadinanza, perché sono convinto che i Cinque Stelle siano gli unici a poterlo rendere uno strumento concreto di lotta alla povertà nel nostro Paese». Messa da parte la diffidenza nei confronti dei cronisti, il giovane racconta la propria esperienza, maturata lavorando nel settore del recupero credito: «Le persone oggi sono messe di fronte a un perenne stato di necessità. Perché quando una famiglia ha difficoltà a pagare una normalissima bolletta della luce da 80 euro a bimestre, lo Stato non può permettersi di restare fermo. È lo Stato che sta corrodendo queste persone nell’animo, senza il reddito minimo garantito per tutti i cittadini, non si può parlare di nessun cambiamento, fino a quando un padre dovrà scegliere tra la bolletta e il cibo per i propri figli, non si potrà parlare di stato di diritto». 

Di Maio e i deputati pentastellati sono in piazza per ascoltare cosa hanno da dire i cittadini. L’obiettivo della giornata è «raccogliamo le proposte per una Sicilia a 5 Stelle. Il valore di un’idea – si legge nella brochure distribuita alla piazza – sta nel metterla in pratica». Ma neanche la presenza del vicepresidente della Camera sembra aver convinto del tutto gli attivisti palermitani, nonostante i sondaggi continuino a premiare il Movimento. Quello di Palermo è stato soltanto il primo di una serie di eventi analoghi che animeranno 150 piazze siciliane da oggi al prossimo 12 marzo: «Questo – si legge ancora nel materiale informativo distribuito al banchetto – sarà un anno di grande impegno e di grandi emozioni per i siciliani, le elezioni regionali si avvicinano e per il M5s discutere e confrontarsi sui temi è una prassi irrinunciabile». Una raccolta di idee, proposte, istanze che arrivano dal basso «che – assicurano i 5 Stelle – non sarà solo una collezione, ma il progetto di rinascita di un grande popolo. Decideremo il nostro futuro, lo faremo insieme, nessuno escluso».

Una promessa che fa ben sperare chi è pronto a contribuire dal basso a un programma che vuole essere quanto più possibile condiviso. «Mi auguro che finalmente si possa ragionare sui dottorati senza borsa – racconta un giovane dottorando -. Il nuovo governo dovrà scegliere: o si eliminano del tutto o si mettono a disposizione nuove risorse economiche. Perché in questo modo siamo soltanto degli schiavi che, come se non bastasse, si pagano anche il loro diritto allo studio, perché nei 600 euro di tasse che pago ogni anno, una buona fetta è costituita dalla tassa regionale per il diritto allo studio. Un paradosso!». C’è chi chiede invece di ragionare su mobilità e infrastrutture in Sicilia, chi si augura che con un governo a 5 Stelle si possano «bloccare finalmente gli inceneritori», chi vorrebbe infine maggiori investimenti sul versante turistico. 

Non mancano naturalmente i riferimenti ai fatti nazionali, a Virginia Raggi, a Beppe Grillo, sul palco, come tra il pubblico. A proposito del titolo del quotidiano Libero, «Patata bollente», Di Maio sottolinea come «gli attacchi sessisti a Virginia Raggi sono vergognosi. I fatti di Roma non sono un boomerang per i 5 stelle ma per i media italiani, che così perdono credibilità e questo mi dispiace». 

Il parlamentare si sofferma soprattutto sull’imminente campagna elettorale siciliana, precisando di non essere interessati «all’uomo solo al comando. Noi – aggiunge – vogliamo cambiare le cose in questa Regione e lo facciamo partendo dai temi e non dalle persone». Di Matteo candidato? «Non gioco a fantacalcio, il nostro candidato a governatore della Sicilia sarà scelto dai nostri iscritti. Noi stiamo investendo sul programma». Ancora, a proposito del caso delle firme false a Palermo, Di Maio riprende la linea tracciata dal Movimento: «Stiamo stati lineari, i nostri probiviri hanno deciso di sospendere chi è stato coinvolto. Poi decideranno i cittadini se avrà conseguenze o meno alle prossime elezioni». 

A parlare di Beppe Grillo, invece, sono ancora una volta gli attivisti, che lo definiscono «una guida, che dice quello che ciascuno di noi vorrebbe dire, ma a una platea molto più grande. Non si candida, non interviene nei programmi, sta soltanto – conclude uno di loro – facendo da cassa di risonanza a tutti noi, alle nostre idee, ai nostri desideri». 

Tra i volti incuriositi di chi si aggira per la piazza, c’è anche chi ammette di essere passato ad ascoltare, ma di non essere ancora convinto delle proprie scelte elettorali. «Sono d’accordo nel merito – dice un passante che si avvicina chiedendo un accendino – ma non sul metodo. Se io ho bisogno di un medico, mi auguro che sia onesto, ma prima di tutto mi preoccupo che sia competente. Ecco, anche per la politica non credo che si possa improvvisare».

Miriam Di Peri

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