A POCHE ORE DALLA MANIFESTAZIONE DI ROMA IL LEADER STORICO DEL MOVIMENTO SICILIANO FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
“Danilo Calvani dice: tutti a casa. E io sono d’accordo con lui. Anche noi, dalla Sicilia, vorremmo mandare tutti gli attuali parlamentari nazionali a casa. Ma io chiedo a Danilo: come li vuoi mandare a casa?”.
Al telefono Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani è sereno. Gli facciamo notare che in Sicilia la manifestazione dei Forconi è un po’ sottotono.
“Non è così – ci risponde Ferro – noi in Sicilia abbiamo scelto la linea della responsabilità. Noi puntiamo ad ottenere risultati concreti. E, soprattutto, non vogliamo farci strumentalizzare”.
In effetti Ferro ha ragione. Perché a Roma – dove oggi è prevista una manifestazione in Piazza del Popolo – c’è il tentativo da parte di movimenti di destra di cavalcare la rivolta.
“E’ un pericolo che ho fiutato subito – ci dice il leader dei Forconi siciliani -. E l’ho fiutato prima che iniziasse la nostra protesta. La verità è che, nel nostro Paese, è diventato difficile anche protestare. Per rovinare una protesta popolare bastano poche persone”.
In realtà, osserviamo, questi signori di Forza Nuova si mettono in prima fila: fanno di tutto per trasformare la rivolta dei Forconi in un movimento di destra.
“Lo stiamo notando – aggiunge Ferro – ed è anche per questo che molti di noi hanno deciso di non andare domani alla manifestazione di Roma”.
Ci dica la verità, la presenza costante di certi personaggi di Forza Nuova, Casa Paund e Movimento sociale europeo, le sceneggiate che alcuni di loro fanno davanti alle telecamere sono un fatto spontaneo o sono state preparate con l’accordo di qualche leader dei Forconi? Nel Lazio, ad esempio, questi signori sembrano di casa nel Movimento…
“Domani le cose saranno tutte più chiare. Per tutti. Oggi dico soltanto che il punto più vulnerabile del nostro Movimento è rappresentato dalle possibili infiltrazioni. Questo indebolisce il Movimento e le vere ragioni della nostra lotta. La forza della nostra protesta è la nostra distanza dai Partiti politici. Se questo elemento viene meno la gente rischia di non capirci”.
Resta il fatto che in Sicilia la protesta langue.
“L’ho già spiegato e torno a dirlo: in Sicilia ci siamo scontrati con una sorta di militarizzazione. Noi abbiamo scelto la protesta pacifica. Non siamo interessati allo scontro fisico. Noi vogliamo ottenere risultati concreti”.
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